Graduation Thesis/Tesi di Laurea



LUIGI VALENTE
Advisor A. Saggio.

Univ. La Sapienza Roma 2005

Museo del Chrocicon Vulturense
Luigi Valente AA 03-04. Relatore A. Saggio
 
 
 


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Il progetto propone una struttura museale atta a presentare  e a conservare i dati riguardanti un antico e affascinante codice miniato mediovevale  - Il Chronicon Vulturnense. Si tratta di un manoscritto redatto tra il  1119 e il 1124  che racconta le cronache del monastero vulturense di S. Vincenzo insieme a narrazioni dell'antico testamento, del mondo pagano e romano per proseguire nella narrazione di eventi sino alle vicine vicende di Roberto il Guiscardo.

Il progetto per il Museo  del Chronicon Vulturnense è un edificio che vuole catturare alcuni aspetti del manoscritto e renderli partecipi al visitatore attraverso le scelte architettoniche e di allestimento. Distribuito in sei livelli verticali, la caratteristica primaria dell'edificio è  incassarsi nel terreno per più di 2/3 della sua sezione. Si tratta di una scelta  che da una parte consente un minore impatto visivo nella valle del Volturno, dall'altra permette una narrazione autoreferenziale  in cui il visitatore entra in un rapporto particolarmente vicino e intimo con il materiale esposto.

La volontà di astrarsi dal contesto, alla ricerca di un rapporto diretto con la terra, evoca le pitture della cripta di Epifanio (edificata tra l'824 e l'842), situata nel territorio dell'antico monastero benedettino nel paesaggio aspro del beneventano dove corre il primo tratto del fiume Volturno
 
 
 


 
 


 


 


 
 


 

Il  MUSEO DEL CHRONICON VULTURNENSE
 

Il Chronicon Vulturnense è un manoscritto conservato nei musei vaticani, la cui stesura è collocata tra il 1119 e il 1124 ad opera del monaco Giovanni
di S. Vincenzo al Volturno. E' costituito da circa 200 bifolii in pergamena di pecora dal formato di circa mm. 352 x 532.

La scrittura, cassinese-beneventana, è su due colonne per folio ed è distribuita su 30 linee

La cronaca non è limitata alla storia del monastero, ma prende le mosse dalla creazione del mondo per descrivere poi, in forma annalistica e sulla
scorta, oltre che della Bibbia, di Girolamo, Beda e Isidoro, la « secunda etas »da Noé ad Abramo; con la « tertia », da Abramo a Saul, ha inizio una
sorta di presentazione sinottica della storia sacra e di quella profana: da un lato gli eventi e i personaggi del Vecchio Testamento, dall'altro nomi e
fatti del mondo pagano; questi ultimi prendono anzi il sopravvento a partire dalla « quinta etas » (dalle origini di Roma) per proseguire su questa
impostazione fino al termine del prospetto cronologico degli eventi, cioè fino al tempo di Roberto il Guiscardo.
 
 

Il museo del Chronicon Vulturnense è un edificio distribuito in sei livelli verticali. La caratteristica principale è l'essere per 2/3 apogeo,
caratteristica che denota un forte rapporto tra sommerso ed emerso, in cui l'emerso è solo "la punta di un iceberg". Questa forma, da una parte consente
un minore impatto visivo nella valle del Volturno, luogo dove il museo è collocato; dall'altra permette una narrazione espositiva totalmente
interrata, creando un astrazione dal contesto, creando un intimo rapporto con il materiale esposto.

La volontà di astrassi dal contesto "umano", cercando un rapporto diretto con il terreno, ricorda le pitture della cripta di Epifanio (edificata tra
l'824 e l'842), situata nel territorio dell'antico monastero benedettino. Il tema fondamentale delle pitture della cripta è la Resurrezione dei corpi
mediante il sacrificio di Cristo, rivelata nell'Apocalisse di S. Giovanni.

Le pitture sono organizzate su quattro registri che rappresentano, dal basso verso l'alto, le Tenebre, la Terra, il Cielo e la Luce.

Il momento che anticipa l'apertura del settimo sigillo apocalittico è sintetizzato negli Arcangeli che trattengono i venti, per ordine dell'Angelo
che possiede il Sigillo del Dio Vivente, sovrastati dalla Madonna Imperatrice, Madre di Dio.
LV


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