Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
iniziata nel febbraio del 2019
BAR ACADEMY
Struttura formativa internazionale per barman: polifunzionalità, formazione, aggiornamento
Francesca Di Bartolo
AA 20-21 Tesi Discussa il 17 marzo 2021
Relatore Antonino Saggio
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Bar Academy è un progetto di mixité che oltre a ospitare una scuola professionale per bartender realizza un polo socio culturale per l’intera comunità del quartiere. Si organizza attraverso una trama di origine urbana che crea continui rapporti visivi e funzionali tanto con l'Aniene che con il quartiere di Pietralata.
Il progetto propone un programma che al primo approccio appare inusuale se non sorprendente: quello di un Bar Academy, una struttura cioè che ha come funzione prevalente la formazione dei barman. In realtà, procedendo nell’esame del lavoro, si è progressivamente coinvolti e convinti dell’interesse della proposta e la sua originalità diventa valore perché definisce un tema del tutto congruo all’evoluzione dei programmi d’uso della città contemporanea.
Nella parte iniziale del lavoro è illustrato l’impatto storico e culturale della cultura del bere che intreccia importanti aspetti scientifici, filosofici geoografici, in relazione alle piante officianti. Alla fine di questa prima parte emerge la necessità già a partire del dopoguerra di una una scuola professionale per bartender.
La specifica proposta è sviluppata insieme ad un consulente del progetto, Luca Di Francia, docente a corsi AIBES (Associazione Barman italiani) e istituti professionali e professionista di esperienza nazionale internazionale. Dal punto di vista funzionale il progetto si organizza in molte aree diverse, un piccolo hotel, delle zone cocktail e ristorazione e naturalmente la zona vera e propria per la didattica e la sperimentazione oltre naturalmente la zona di vendita, inoltre ampie zone all’aperto sono funzionali al progetto e in alcune zone dell’edificio si sviluppano riti idroponica per la produzione di alcune pianete officinali.
Questo complesso insieme di funzioni è localizzata in un’area a stretto contatto del fiume Aniene nei pressi di strutture per il tempo libero e il co-working come il Lanificio Lanciani verso ovest e lo stesso quartiere di Pietralata verso nord.Dal punto di dista planimetrico il progetto nasce da una tessitura che cattura giaciture dell’esistente che vengono piegate ed inclinate anche in relazione alla presenza del fiume. Ne nasce un impianto che risponde tanto alle prime che alle seconde. Si sviluppa attraverso uno spazio centrale fiancheggiato da corpi di diversa lunghezza.
Gli spazi aperti sono progettati attraverso un sistema a terrazzamento dotato di ampie aree attrezzate e spazi per favorire la socializzazione, con l’attenzione nel preservare e valorizzare il verde presente. Lungo i salti di quota sono stati inseriti degli orti verticali idroponicI che caratterizzano alcuni ambiti del progetto e sono rilevanti sia dal punto di vista del programma che in una rete di condivisione che il progetto propone attraverso lo sviluppo di una App e di una apposita moneta virtuale.
I percorse si organizzano su due quote: i principali partono dal tessuto residenziale e giungono al fiume e si aprono in ampi punti panoramici mentre quelli secondari, oltre a tagliare trasversalmente l’area, hanno la funzione di legare i vari edifici da una parte al fiume dall’altra al tessuto urbano.l progetto infine, risponde al problema idrogeologico sia per quanto riguarda il rischio di esondazione, sia per intervenire alle emergenze alluvionali attraverso tre strategie desunte dallo studio della dissertazione dottorale dell’architetto Gaetano De Francesco Infrastrutture dell’acqua, (1 e 2): quella del “convogliare”, con delle water square, posizionate in punti strategici del progetto, quella del “diramare” con un ampia striscia di canali all’aperto trattati superficialmente seguendo le linee di progetto e infine con la strategia dell’ “inondare”, con una serie di vasche prefabbricate di laminazione lungo le sponde per contenere le acqua in caso di esondazione.
L’architettura del complesso è ad un tempo sobria e vibrante in risposta alle diverse presenze dell’area in cui si collaca, al variare delle viste sia interne che esterne, al caratterizzarsi in un complesso unitario composto però da parti volumetricamente e funzionalmente distinte ma dialoganti tra loro.Due scelte organizzative definiscono il disegno planimetrico. Un percorso di lungo fiume verso nord che valorizza la presenza dell’Aniene ad oggi completamente preclusa ed un percorso di collegamento con Pietralata a sud che attraversando l’edificio lo sfioccca in due parti. I due percorsi si riuniscono nella parte occidentale dell’area dando all’insieme la forma di una ghianda. Nel piccolo edificio vengono raccolte, tramite una rete di sensori disposti nel parco e lungo le sponde del fiume, informazioni che vengono studiate nelle sale adibite per seminari e nei laboratori. Le essenze in particolare saranno dotate di sensori di rilevamento in grado di dialogare reciprocamente. L’App "Reclaim" direttamente collegata con il campus permette una circolarità scientifica delle informazioni raccolte, analizzate, formalizzate e inserite in modelli. Questo mondo di interconnessioni tra gli elementi vegetali è importante anche per sviluppare la comunicazione oltre che tra uomo e vegetazione anche tra vegetazione e vegetazione e diventa molto utile nei momenti di criticità come l’arrivo di siccità o l’aumento dell’inquinamento atmosferico.
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il progetto è limitro a quelli pubblicati nel libro
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a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco
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