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I iniziative
La rubrica ForFirenze raccoglie notizie,
articoli, brevi commenti sulle condizioni
urbanistiche e architettoniche della
città di
Firenze.
Il
giardino degli incontri di Giovanni
Michelucci
martedì
26 giugno 2007 si è inaugurata a Firenze, nel carcere di Sollicciano, l'ultima opera
postuma di Giovanni Michelucci. Di Michelucci abbiamo parlato a più riprese
in queste pagine, e non ci stancheremo mai di ripetere che rimane uno dei più
grandi e sensibili architetti italiani del secolo scorso. Il Giardino degli
incontri e il relativo edificio, malgrado alcune imperfezioni (come i colori e
le sedute) impressiona almeno per due motivi. Il primo è la fedeltà con
cui è stato realizzato il pilastro ramificato, emergenza prepotente e
viscerale, impetuoso protagonista dello spazio interno. Il secondo è una
presa di coscienza della forza espressiva di un'architettura che non solo
riporta in superficie l'umiltà con cui è stata ideata, ma che celebra
soprattutto un impegno sociale realmente calato nel dramma quotidiano.
FLORENCE
EXIT.
Segnali e fermenti
di una nuova generzione di architetti
la mostra è allestita all'Affratellamento, via Orsini 73, Firenze
Il convegno si terrà al Rettorato, in piazza s.Marco 4
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il comunicato stampa>>>
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il programma del convegno>>>
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su archphoto all'articolo "Fuori
dal letargo"...
Cari
amici,
negli
ultimi anni abbiamo combattuto con entusiasmo i convegni fiorentini sulla
"Identità dell’architettura italiana". Li abbiamo combattuti
coi fatti e attraverso il pieghevole inter-ferenze, invitando esperti
di varie discipline a discutere sul tema dell’identità, nella rubrica identità
contaminate. I convegni fiorentini sull’identità guardano
scandalizzati lo scompiglio del mondo globalizzato, si rinchiudono nel
circuito chiuso dell’architettura per l’architettura, nel recupero della
tradizione e di una riscoperta italianità che i loro organizzatori credono
- forse non a torto - di identificare e che, inevitabilmente, traducono in
obsoleti codici linguistici, cadaverici ed inespressivi, e - fatto ancora più
grave - in un sistema didattico coartante. Identità contaminata significava
per noi l’esatto contrario. Pur sospettando dell’eccesso, della
commercialità mondializzata si possono e si devono trarre dagli attuali
meccanismi sociali spinte propulsive e nuove sostanze per l’architettura.
Prima tra tutte la contaminazione, che è stratificazione, intreccio di idee
e conoscenze, e che genera quella tanto inflazionata “complessità”. E
poi il nodo dell’identità inteso in chiave problematica, sullo sfondo
della società globalizzata; identità sintomatica di conflitto territoriale
là dove non esistono più i confini territoriali. Questa in breve,
l’angolazione che abbiamo sempre privilegiato.
Insomma,
per farla breve, quest’anno con un gruppo di architetti coordinato dal
prof. Alberto Breschi abbiamo organizzato l’evento "FlorenceExit".
Una mostra dedicata interamente ai giovani che sarà affiancata da un
convegno e da una pubblicazione. Non un convegno per parlarsi addosso e
presentare i soliti progetti dei soliti baroni. Ma una mostra, forse la
prima mostra fiorentina dedicata ai giovani architetti, affiancata da
interventi critici e occasioni di dibattito.
Ci
auguriamo che sia il primo segno di risveglio per Facoltà di Architettura e
per la città di Firenze e vi aspettiamo numerosi all’inaugurazione della
mostra e al convegno.
giovanni
bartolozzi
Firenze,
22 maggio 2007
A
Firenze nuove sostanze: studio++
vai al sito>>>
Il
confine tra reale e virtuale è sempre più sfumato. Sfugge e inganna.
Disorienta e orienta verso nuove strade espressive che lavorano a
“margine”. La ricerca di Studio plusplus, gruppo di giovanissimi studenti
di architettura, su questo margine lavora con la video-arte.
Le loro recenti
installazioni invitano a guardare il quotidiano con le lenti della
complessità contemporanea per coglierne imprevedibili sfumature e inedite
angolazioni, ma soprattutto propongono forme di interattività estrapolate
dal quotidiano, dalla dimensione urbana, che non si
esauriscono mai nei capricci tecnologici tanto alla moda.
Le
loro video-istallazioni restituiscono lo spirito di nuove sorprendenti
dimensioni.
Oltre
il Plasma è un'istallazione realizzata lo scorso 6 dicembre al Plasma di
Firenze
Studio plusplus è: Fabio Ciaravella+Umberto Daina+Vincenzo Fiore
- mail@studioplusplus.it
Oltre
il Plasma è un’installazione video-interattiva che sfrutta le potenzialità
del Plasma per parlare dell’immagine e delle sue relazioni con il contesto
di proiezione.
L’obbiettivo
è quello di creare una relazione tra l’immagine e l’osservatore che vada
oltre il senso della vista. Per questa ragione il video proiettato sulle due
pareti tappezzate di schermi al plasma vuole dare il senso fisico di uscire
fuori dal supporto di proiezione e intrecciare l’immagine irreale con le
immagini reali della vita che scorre nel locale in quello stesso momento.
Ancora
una volta osservatore protagonista, con il grande vantaggio di un’esperienza
cucita su misura ad un luogo che ha fatto dell’immagine un supporto basilare
per la comunicazione.
Studio
plusplus
Tra
Brunelleschi e Michelucci
Lo
studio Breschi vince il concorso per il parcheggio in Piazza Brunelleschi a
Firenze. Ancora una scelta centripeta quella dell’amministrazione
comunale, decisa a costipare il centro storico di parcheggi - come quello di
Piazza Beccaria o la vicina spianata metafisica di
Piazza Ghiberti - anziché programmare un sistema di parcheggi
diffuso, che funzioni ad ampio raggio per smorzare la paralisi causata dal
traffico. Firenze rifiuta ancora una volta di concepire lo sviluppo urbano
in chiave metropolitana e rischia di congelare l’impianto già assai
introverso della città.
Dentro
questa problematica cornice è condivisa la scelta di Breschi e la sua
proposta. Il magnetico invaso della piazza, caratterizzato dal perno
spaziale della Rotonda Brunelleschi e bilanciato da un rigoroso edificio di
Giovanni Michelucci, sarà perturbato dal nuovo blocco della biblioteca
umanistica, concepito come un articolato organismo, avvolto da un tappeto
materico che ne evidenzia la rigida volumetria. Potrebbe essere una valida
occasione per un inserimento urbano contemporaneo nel cuore della città.
La scala dell'abitare
- dal
27 al 29 maggio 2005
Pluriball, usolab design, neo.lab, nEmoGruppo, zpstudio, ACME, nuvolaB, 1010
- UnoZeroUnoZero
info@ottoperotto.it
vai
al sito >>>>
Nel
frastuono mediatico dei nostri giorni, alcuni eventi restano nascosti,
isolati; vanno curiosamente
cercati tra le strade di una Firenze addormentata, ma solo in apparenza. In
via dei Bardi n.5, sulle scale
di uno storico palazzo di Firenze, adagiato sul fianco delle paterne colline
che la circondano, dal 27 al 29
maggio, si sono incontrati otto gruppi di
giovanissimi artisti, architetti, grafici e designer. L'evento
dal
sapore più artistico che architettonico, trova delle tangenze
architettoniche non solo nei temi
affrontati
singolarmente da ogni gruppo, ma
soprattutto nella volontà di aggredire la complessa
spazialità del
vano scala, quasi alludendo all'ipotetica
sezione di un'abitazione articolata su più livelli.
In
attesa di segnali architettonici più aggressivi, La scala dell'abitare
è il chiaro sintomo di un risveglio
culturale per la città di Firenze.
Peter
Eisenman a Palazzo Vecchio_ venerdì 13 maggio 2005
Peter Eisenman è indubbiamente uno tra
i migliori architetti contemporanei. E non solo sul terreno strettamente
architettonico, ma anche su quello teorico-critico e didattico: "Non ho mai smesso d'insegnare", ha sottolineato. Le sue
architetture sono complesse, stratificate, articolate, condensano quarant'anni di fatica e
sperimentazioni; si tratta dunque di un livello di complessità che non è
mai fine a se stesso, ma che è invece continuo assorbimento, instancabile
volontà di mettersi in gioco e andare oltre. L'incontro a Palazzo Vecchio
con gli studenti è stato testimonianza di un pensiero in continuo divenire,
schivo da forzature e iniezioni di cultura dell'ultimo minuto. E malgrado i
relatori si siano sbizzarriti in un impazzare di domande, scomodando Proust,
Benjamin, Barthes, Derrida e perfino Benedetto XVI, Eisenman ha dimostrato
che la sua complessità è molto più semplice di quanto a prima vista si
possa immaginare.
Bernard
Tschumi a Palazzo Vecchio_ sabato 19
marzo 2005
Segnalo
un‘interessante iniziativa culturale fiorentina promossa
dall’osservatorio sull’architettura della Targetti: un incontro
con l'architetto Bernard Tschumi, indubbiamente uno dei più infuocati
protagonisti della cultura architettonica contemporanea.
L’Osservatorio
sull’architettura ha vivamente espresso l’interesse e la volontà di
estendere l’invito
agli
studenti della facoltà di architettura. Considerata la spiazzante e
improduttiva distanza che la facoltà di architettura di
Firenze mantiene nei confronti dell’architettura contemporanea e dei suoi
protagonisti e che le scarse occasioni di confronto
pubblico, proposte a livello comunale discutono temi obsoleti e
ultra-consumati*, credo che l’incontro con Bernard
Tschumi rappresenti una testimonianza professionale significativa, radicata
nell’avanguardismo degli anni Sessanta
e proiettata verso futuribili dimensioni.
Affettuosi
Saluti
Giovanni
Bartolozzi
*
vedi l’ultimo convegno dal titolo: Verso un nuovo rinascimento, i
materiali della tradizione nell'architettura contemporanea
La città di undici spine
Dal 13 al 27 ottobre, presso lo spazio giovani C.U.R.E. a Firenze, si
è tenuta la mostra-istallazione “La città” 2004, promossa dal gruppo di
giovanissimi artisti undici spine. Si tratta di un grande modello in
scala, ricostruito sulla planimetria dell'area Pettini, che utilizzando la
metafora delle scatole di medicinali in sostituzione ai tradizionali
edifici, si carica di sensazioni, significati, messaggi profondi e
inquietanti come quelli che viviamo in questi ultimi anni. Le guerre, le
città malate, l'eccessivo consumo di medicinali sono i temi predominanti.
La mostra-istallazione è, inoltre, il segnale di un interesse che spinge i
giovani studenti dell'accademia a veicolare messaggi artistici nella città
di Firenze.
"La città" 2004 le cure
...ieri
notte ho sognato una città di un altro paese, dove case e palazzi erano
scatole...grosse confezioni di farmaci...c'erano medicinali in abbondanza e
infermieri e medici...tutti così gentili...c'era sempre un sorriso e
dolcezza nel parlare...ricordo tante bombe esplose e scoppi...grido di
continuo e sangue...tanta paura...tanta tristezza...ho stampate nella mente
la distruzione e la violenza della guerra...vorrei far riposare il mio
cuore...quando vedi una divisa militare...da qualsiasi parte nel mondo...pensa
al mio popolo...
Un esempio ammirevole
Norman Foster realizzerà i tralicci per l'elettrodotto di Scandicci (la
linea elettrica S. Barbara Tavernuzze-Casellina). Verranno quindi demoliti i vecchi tralicci e
sostituiti con quelli disegnati dall'architetto Inglese. Si tratta di un'operazione sensibile al
paesaggio: da prendere a riferimento. E'
ammirevole, inoltre, che l'Enel si
sia battuta per la realizzazione, superando tutti gli ostacoli burocratici italiani.
Nuova scatola in arrivo
La Banca CR di Firenze, con sede in via S.Egidio,
nel celebre edificio progettato da Giovanni Michelucci (tra il 1953 -
1957 per la cassa di Risparmio di
Firenze), ha bandito un concorso internazionale ad inviti per la
progettazione di una nuova sede a Novoli. La giuria composta da "eminenti
personalità del mondo accademico", di cui non è dato
conoscere i nomi, ha giudicato vincitore il progetto di Giorgio
Grassi, decisamente il peggiore. Ancora una volta viene negata alla città di Firenze la possibilità
di rigenerare creativamente alcune zone della periferia. Così lo
scatolone vincitore andrà a completare il panorama di desolanti scatole già presenti a
Novolì. Vengono in questo modo ignorate soluzioni di particolare
interesse come quella di Steven Holl.
progetto di Steven Holl
Rispettiamo Isozaki
di
Giuliano Gori collezionista
della galleria di arte contemporanea alla Fattoria di Celle
Un avverso destino sembra gravare sulla città di Firenze,
frapponendo insormontabili ostacoli a una crescita contemporanea degna del
suo passato. Stretti da opinabili giudizi di persone che sputano sentenze e
che sono, se non prive di competenza, certamente mascherate da
incontrollabili finalità nell’ostacolare prestigiose realizzazioni che
aggiungerebbero un sicuro valore alle secolari stratificazioni che hanno
fatto di Firenze il gioiello che tutto il mondo apprezza. E’ vero che nel
DNA dei fiorentini ci sono ancestrali reminiscenze che ci ricondurrebbero
sempre lontano dai tempi. Ricordiamo che stiamo per celebrare il quinto
centenario del David di Michelangelo, a questo proposito non dimentichiamo
che il trasferimento dalla Cattedrale a Piazza della Signoria, per ragioni
di sicurezza, avvenne nottetempo e con notevole schieramento della forza
pubblica, per evitare una cruenta manifestazione di protesta,
precedentemente annunciata da un gruppo di notabili cittadini contrari alla
collocazione di un opera contemporanea nella storica piazza. Fortunatamente
a quei tempi esistevano uomini dotati di una illuminata lungimiranza, come
Lorenzo il Magnifico, che non si lasciavano influenzare. L’anniversario di
Michelangelo ci sia di sprone a non ripetere l’offesa ad Arata Isozaki, uno
dei più importanti architetti contemporanei, la stessa che fu riservata al
sommo Michelangelo. La Piazza Castellani potrebbe diventare un simbolo di
contemporaneità degno di quel triangolo che vedrebbe riuniti, in così breve
spazio, Arnolfo di Cambio, Vasari e Isozaki.
[Repubblica di Firenze del 29.09.04]
Non
una panchina né una spazio verde
Firenze,
studenti al bivacco nel polo universitario di Novoli
Un grande progetto portato a termine a metà. Aule futuristiche con
teleschermi di ultima generazione.Una biblioteca straordinaria che ci
invidiano in tutta Europa. Tre facoltà riunite insieme per creare un polo
universitario di migliaia di studenti. Ma nemmeno una panchina, un posto
dove sedersi o un piccolo spazio verde.
Questa è la fotografia del polo delle scienze sociali di Novoli a
sei mesi dall’insediamento delle tre facoltà di Economia, Giurisprudenza e
Scienze Politiche. I ragazzi nonostante i numerosi servizi che vengono
offerti nel polo (bar, sale lettura e una mensa improvvisata) sono
costretti a passare le loro ore di pausa, o tra un corso e l’altro, seduti
sul selciato ancora sui marciapiedi, appoggiati alle colonne e magari su un
asfalto che con il caldo degli ultimi giorni sta cominciando a sciogliersi
facendo affondare i tacchi più appuntiti. La situazione è insopportabile
commenta uno studente di scienze politiche specie ora con il caldo
ci servirebbero delle panchine o dei posti dove sedere all’aperto.
Adesso è arrivata l’estate, sono passati sei mesi dall’apertura e i ragazzi
sono ancora costretti a stare seduti per terra, ma non in un prato.
Sull’asfalto che si scioglie.
[UNITA’ di Firenze del 20.07.04]
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