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Non c’è due senza tre...

Dal momento che l’identità perde i suoi 

ancoraggi sociali che la fanno apparire

“naturale”, predeterminata e non 

negoziabile, l’”identificazione” diventa

sempre più importante per quegli individui

che cercano disperatamente un “noi” 

di cui entrare a far parte.

Zygmund Bauman

 

 

 

INTER-FERENZE

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Firenze, 24.06.05 

Per il terzo anno consecutivo, si è svolto a Firenze il convegno sulla "Identità dell’architettura italiana", organizzato da un gruppo di docenti della facoltà fiorentina che ha monopolizzato il dipartimento di progettazione architettonica.

Lo scorso anno si è tentato di smontare l’anacronistico tema dell’identità architettonica nazionale con lo scritto “Malattia italiana dell’identità”; quest’anno è servito uno sforzo ulteriore, che si è concretizzato in una mini-rivista. Si tratta di un pieghevole (ottenuto da un foglio in formato A3 ripiegato in quattro parti) intitolato INTER-FERENZE, per le ragioni che troverete nella presentazione-editoriale sotto riportata. Questo numero zero di Inter-ferenze è dedicato prevalentemente alla "distruzione" dell’identità architettonica nazionale e sarà distribuito durante lo svolgimento dell'accademico convegno.

La rivista è gratuita e stampata con spese minime, sarà a disposizione di tutti presso le varie sedi della Facoltà di architettura di Firenze (e in più Facoltà italiane), presso il caffè storico Le Giubbe Rosse e la libreria Edison di Firenze. Naturalmente sarà inviata a chi ne farà richiesta e presente sul web in formato pdf.

 

Interferenze a Firenze (programma)

Questo mini-mensile che si inaugura oggi con il numero zero, nasce per la Facoltà di architettura di Firenze e sarebbe impensabile al di fuori di essa. Non si tratta di una rivista della Facoltà, ma semplicemente per la Facoltà di architettura. Esistono oggi troppi contenitori d’informazione cartacei e digitali. Non ci interessa l’informazione ma lo scambio critico volto alla costruzione di un dibattito interno che coinvolga, stimoli, ecciti gli studenti e di cui da anni si sente il bisogno dentro la Facoltà.

Si tratta inoltre di un mini-mensile che non ha l’ambizione di essere eterno come la stragrande maggioranza delle riviste commercializzate. Si propone invece di morire presto, ma dopo aver proposto delle alternative, dopo aver fornito delle indicazioni, delle direzioni, degli arricchimenti o delle provocazioni. Un’iniziativa di passaggio insomma, che cerca d’incidere, di lasciare un segno nel caos dell’indifferenza in cui siamo immersi.

Il nome inter-ferenze è solo in apparenza un banale gioco di parole, sicché il vero significato va rintracciato nelle potenzialità che la parola interferenze esprime in architettura e, più in generale, nel vasto campo delle discipline artistiche (cui cercheremo di dare spazio dentro il ristretto formato che si siamo imposti). L’interferenza è il fenomeno fisico prodotto dall’incontro e dalla sovrapposizione di due o più vibrazioni in un punto dello spazio. In quest’ampia accezione può essere traslato in architettura per assumere valenze sociali, spaziali, strutturali e formali. La città non’è altro che un campo esteso d’interferenze in continuo divenire; le piazze e i luoghi di ritrovo pubblico materializzano l’incontro e la sovrapposizione dei flussi generati da due o più edifici. Il fenomeno è indipendente dalla scala e dunque rintracciabile perfino dentro un’abitazione unifamiliare. Ma il temine assume anche risvolti astratti e informi che risiedono sul livello delle idee e si sostanzia, soprattutto, per il carattere e il senso di disturbo che esso comporta. L’interferenza è anche qualcosa che perturba, che infastidisce, che s’intromette. Nel conformismo che sommerge la nostra Facoltà e la città di Firenze, la critica disturba. Per questo inter-ferenze si pone come punto d’incontro e sovrapposizione d’idee e conoscenze, ma ancor prima come strumento critico anticonformista.

 

 

Dopo il secondo, ecco il terzo, solito convegno sull’identità dell’architettura italiana. Stesso tema anacronistico, stessi ospiti, stessi relatori, stessi organizzatori, stessa grafica, stessa volontà di circoscrizione. Insomma, per il principio dell’identità, tutto identico ai due anni precedenti.

Lo scorso anno si è tentato di dimostrare un punto di vista alternativo alla teoria dell’identità dell’architettura italiana, con lo scritto “Malattia italiana dell’identità” (pubblicato sulla rivista digitale “Antitesi” in data 14.06.04), seguito a due articoli rispettivamente di Paolo Ferrara e di Luigi Prestinenza Puglisi, che hanno sollevato sul web il problema dell’identità, nel tentativo di svelarne l’inconsistenza culturale nella società contemporanea. Riproponiamo a distanza di anni lo scritto in questo numero zero di interferenze, assieme a due incisive riflessioni di Fabrizio Violante e Sandro Lazier, con la speranza di attivare un dibattito dentro la facoltà di architettura.

 

 

Un ringraziamento particolare a Fabrizio Violante, non solo perché ha seguito e vissuto tutte le fasi di preparazione e crescita del pieghevole con grande interesse, ma anche per l'amicizia e la preziosa collaborazione.

Con interventi di: Fabrizio Violante, Italia Rossi, Patrizia Mello, Federica Benedetti, Eleonora Guzzo, Sandro Lazier, Diego Caramma, Lara Vinca Masini, Ugo Rosa, Massimo Ilardi, Giovanni Damiani, Antonello Marotta, Marino Moretti, Eugenio Martera, Flaviano M. Lorusso, Alberto Breschi, Giorgio Verdiani, Giandomenico Amendola, Gianni Pettena, Tiziana Villani, Marco Dezzi Bardeschi, Ubaldo Fadini, Matteo Palmisano, Rosetta Angelini, Emanuele Tarducci, Cristian Gentile, Marco Milloni, Giovanni Marconi, Antonino Di Raimo, Giovanni Betti, Pino Brugellis, Mauro Lombardo, Maria Zizzo, Silvia Baldaccini, Simona Corradini.

 

Scarica inter-ferenze in formato pdf: 00 I 01 I 02 I 03 I 04 I 05I 06 I 07 I 08 I 09

 

                     

 

                   

 

Visualizza le proposte per il concorso della copertina del numero 09, vai>>>

 

 

 

 

Firenze, 21.02.07

 

L’energia non può essere né creata, né distrutta, ma può solo cambiare forma.   

 

Alla Prossima…

Cari lettori, con questo ultimo numero di Inter-ferenze ci salutiamo proprio in un periodo di gratificante vivacità del pieghevole. Ma in una società che mortifica perfino quei rari tratti di originalità con la ripetizione ossessiva di una formula, non ci si può concedere il lusso di perseverare. Inter-fererenze era di passaggio. In circa un anno e mezzo di intensa attività abbiamo redatto dieci numeri. Ognuno di essi ha una storia e rispecchia una determinata situazione, ogni numero ha combattuto coi fatti, con le sostanze, con la concretezza della carta stampata la politica culturale dominante dentro e fuori la Facoltà fiorentina. L’obiettivo non poteva che essere questo, altrimenti si rischiava di aggiungersi all’eccesso di carta stampata priva di contenuti, che purtroppo caratterizza buona parte dell’editoria di architettura.

Diversi studenti ci hanno scritto in questo periodo di attività, lamentando la stagnante situazione del Corso di Laurea Quinquennale, la sonnolenza, la pigrizia, l’inefficienza. Laboratori di progettazione guidati da reazionari tradizionalisti che fanno della storia commercio formale, appiattendo ogni gesto di autentico rinnovamento. Seguaci del funebre Grassi e convinti rossiani hanno letteralmente monopolizzato il dipartimento di progettazione. Per tutti gli studenti che credono nell’architettura contemporanea, nella sua forza espressiva, nella sua essenza spaziale e sensoriale il consiglio spassionato è quello di seguire il Corso di Laurea Triennale, guidato dai professori che in questi mesi abbiamo intervistato (nello specifico della progettazione s’intende), eredi di quell’effervescente vivacità culturale che si è ramificata da Giovanni Michelucci attraverso i suoi allievi.

Devo ringraziare molte persone. Anzitutto Fabrizio Violante che fin dal primo giorno ha condiviso con me questo progetto con totale dedizione. Con Fabrizio ci siamo divertiti e conosciuti. Poi coloro che hanno scritto con entusiasmo tra studenti, amici e professori. Tutti coloro che ci hanno scritto e seguito con attenzione. Un ringraziamento particolare e sentito a Eleonora Guzzo, Patrizia Mello, Diego Caramma, Italia Rossi, Antonino Saggio, Paolo Ferrara e Sandro Lazier.

Inter-ferenze chiude il suo ciclo di vita.

Alla prossima, cari lettori. Alla prossima… G.B.

 

 

 

 INDICI


 

INTER-FERENZE N.00

 

Malattia italiana dell’identità

Architettura: grado zero?  

Tradizione e identità  

Una vecchia lettera di Ralph Erskine

 

Inter-ferenze a Firenze

Non c’è due senza tre

 

“Tortuosità” di Giancarlo De Carlo

La scala dell’abitare

 

 


 

INTER-FERENZE N.01

 

Lo spazio sonoro

Elementare, architettura.

Io, l'atro, lo stesso

Tre domande al prof.Marino Moretti

 

Una rete anti-accademica

Città panico

 

 


 

INTER-FERENZE N.02

 

Per la nuova architettura

Cinema:e architettura.

Recitare se stessi

Satelliti fiorentini: scegliere il dialogo

 

Tre domande al prof. Eugenio Martera

Tra Brunelleschi e Michelucci

Moltitudine

 

 


 

INTER-FERENZE N.03

 

Letargo studentesco

La Rabbia

Linfa - progettoLinfa

Aula computer

Identità sotterranee

 

Tre domande al prof. Flaviano Maria Lorusso

Salviamo Villa Colli

Lord of War

 


 

INTER-FERENZE N.04

 

Sporcarsi le mani

MACché Banlieue. Visioni (I)

Identità sotterranee

Follow me

Armi di distruzione di massa

 

Tre domande al prof. Alberto Breschi

Groviglio di pensieri (in copertina)

Visioni (II)

 

 


INTER-FERENZE N.05

 

Tra corpo e velocità

La paura mangia l'anima

Industrial design e territorio

Riflessioni psico-somatiche

Uno spazio tra 0 e 1

 

Prof. Giorgio Verdiani:

Sette cose imparate in sette anni di insegnamento

Non molliamo!

Lo spazio del funambolo

Layer

 


INTER-FERENZE N.06

 

Attraverso e oltre l'Italia

Immaginare l'immaginabile

Pieni Vuoti/Vuoti Pieni

Spazi comuni. Reinventare la città

identità italiana?

 

Prof. Giandomenico Amendola

La città contemporanea. Intervista

Interferenza costruttiva

Dicotomie. Un punto di vista personale

Si parte male

Boris e l'Italia

 


 

INTER-FERENZE N.07

 

"Siamo" infuriati: intervista a Marco Dezzi Bardeschi 

Verità, identità. Singolare? Plurale?

L'emblema di un'architettura umana in Antonello da Messina

What is a Revolution??

Viaggio una finestra sul mondo

 

in copertina: HI#TECH di Emanuele Tarducci


 

INTER-FERENZE N.08

 

inter-Detti 

Letture incrociate tra città architettura e società

Disfare l'identità

Cronache in breve

Intervista a Gianni Pettena

Epoca Kontrastov: arte in Russia 1960 - 1985

Contemporaneamente

 

in copertina: APRI IL PORTELLO, HAL del Gruppo Scanner


 

INTER-FERENZE N.09

 

Molteplitettura 

Dal movimento a..

Capovolgimenti

Cronache in breve

Intervista a Lara Vinca Masini

"Glocal", etica fondamentale

Note di Interferenze Urbane

 

in copertina:DNA, architettura genetica di Flavio Rispoli