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L’uso del computer come strumento di aiuto per la realizzazione di elaborati progettuali è oramai diffuso
sia negli studi che nelle università di architettura.
Ma l’informatica in campo architettonico ha un’importanza di portata ben più elevata poiché rivela molti
aspetti innovativi rispetto alle pratiche tradizionali del lavoro progettuale.
Molti programmi sono costruiti simulando in un ambiente elettronico una maniera di operare tradizionale.
I meccanismi sui quali essi si basano sono gli stessi di quelli tradizionali: un programma di solido
modelling utilizza gli stessi processi logici di creazione della forma che si usano in scultura,
in programmi per il disegno tecnico è possibile disegnare su lucidi sovrapposti attraverso i layers……
Ma esistono dei processi che sono caratteristici del computer e sono proprio questi che rappresentano
l’aspetto più innovativo relativo alla progettazione.
Ad esempio il processo di costruzione di un modello tridimensionale attraverso una serie di oggetti
organizzati gerarchicamente implica una serie di vantaggi dal punto di vista progettuale. La creazione
del modello avviene attraverso l’uso di istanze e non di copie per cui è possibile creare modelli anche
molto complessi utilizzando poca memoria del computer.
Inoltre il modello creato sarà un modello vivo, dinamico poiché ogni modifica che si apporta ad un
oggetto appartenente ad una qualsiasi delle piramidi gerarchiche si ripercuoterà simultaneamente in
tutte le istanze di quell’oggetto presenti nei livelli superiori.
Quindi sarà possibile effettuare un numero infinito di verifiche progettuali anche a modello ultimato:
il cambio di un pilastro da una pianta quadrata ad una ottagonale, il cambio di forma di una finestra……
Il modello così creato non è più la simulazione elettronica di un plastico reale, ma è diventato qualcosa
di molto di più: "una macchina per sviluppare le proprie idee".
Questo tipo di approccio progettuale è stato utilizzato in molte occasioni con risultati
sempre sorprendenti.
Nicchia per la facciata del College di Belle Arti dell’Università Carnegie-Mellon di Pittsburgh
La prima operazione da compiere per realizzare un modello 3D organizzato in modo gerarchico è quella
di individuare i vari livelli della gerarchia. In questo caso il primo livello della gerarchia è il
cassettone.
La creazione del cassettone nasce attraverso una rotazione di 360°, limitata a quattro volte, di
un profilo base, ed una successiva deformazione trapezoidale.
Il secondo livello della gerarchia è una sezione tipo formata da quattro cassettoni.
La creazione della sezione tipo avviene operando duplicazioni, rotazioni e deformazioni dell’elemento
base (il cassettone), e inserendo degli elementi murari tra di essi.
Il terzo livello della gerarchia è la nicchia completa ottenuta attraverso la rotazione di nove sezioni
tipo.
Per la localizzazione precisa dei cassettoni sono stati utilizzati come sfondo i disegni digitalizzati
che i progettisti avevano prodotto su carta in modo tradizionale.
La realizzazione del modello 3D ha reso possibile una vera e propria progettazione interattiva,
permettendo:
Il controllo progettuale da molteplici angolazioni.
La verifica delle impostazioni geometriche (dimensioni, angoli di rotazione…..)
La simulazione realistica del progetto attraverso la resa delle ombre, delle rifrazioni e dei materiali.
Concorso "Quale periferia per Roma capitale?" – Progettisti: A. Ferri, L. Lenci, A. Saggio – Roma 1990
Concorso "Living in the city" – Progettisti: O. Orazi, L. Prestinenza, A. Saggio – Nimega 1990
Ma la creazione di un modello organizzato gerarchicamente possiede nuovi ulteriori risvolti soprattutto
nel campo dello studio di edifici storici . Infatti la struttura gerarchica con il quale è realizzato
il modello può coincidere con la chiave interpretativa con cui è stato analizzato il progetto in esame
ed il modello diventa quindi un modo per capire ed interpretare le intenzioni del progettista.
Questo tipo di analisi architettonica è stata portata avanti da Mirko Galli e Claudia Muhlhöff in
uno studio sugli edifici celebrativi di Terragni i cui risultati sono esposti nel libro "Terragni
virtuale. Il Caad nella ricerca storica" (Testo & Immagine, Torino 1999, in corso di stampa).
1: I monumenti celebrativi di Terragni a confronto.
2: Le diverse versioni del monumento a Roberto Sarfatti.
3: La prima versione del monumento a Roberto Sarfatti. |
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