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Il Tema del "Modello" Nella riflessione architettonica.
da Alexander Klein a Ben van Berkel
To DO:
Leggi
- Modello verso una logica della simulazione (anche in tedesco ed Inglese) .
- Una lettera sulla lezione Modelli Decisonali Diagrammatici Scientifici per un'architettura in forma di modello.oppure
UNStudio diagramma struttura modello pelle ibridazione
a cura di Gaetano De Francesco, Elnaz Ghazi, Isabella Santarelli
Epub, Colori, B&W
Premessa / Siamo nel
QUINTO CICLO:
L'organizzazione delle informazioni In Modelli | Lo SpreadSheet, il Data-base
Dal mio angolo visuale il centro della parola "modello" si è focalizzato su un intreccio per cosi dire strutturale di tre famiglie di problemi tutte che convergono verso questa parola e verso una sua possibile aggettivizazione.E veniamo al quarto fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere dei dati "strutturati"? Sia se essi siano di tipo A (cioè informazioni testuali) oppure se essi siano di tipo N (cioè di tipo numerico) a distanza e se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi fisici. Come faccio cioè effettivamente a "trasmettere" se voglio trovare un sistema efficiente, più rapido, del precedente.? Come si risponde a questa domanda? se soprattutto interviene una nuova componente o parola chiave. Modello.
Quattro tipi di modello decisionali.
Il Primo è di natura decisamente oggettiva. Postula, dica postula, dei bisogni oggettivi e trova, dico trova, delle soluzioni oggettive. Esempio? Beh avete mai visto come lavorava Klein o i tipici funzionalisti tedeschi negli anni Venti. L'uomo era tot occupava per ciascuna funzione tot spazioda questo dato fermo arrivava la soluzione certa. Il Modello deicsionale era chiaramente espresso nel suo ambito teorico: il manuale di neufert (e appena appena ad un grado decisonale più complesso il regesto tipologico.SCEGLI Alexander Klein http://www.vitruvio.ch/arc/masters_02/klein.htm
1879-1961
Oppure Neufert
immagini provenienti da L. Gazzola, Architettura e Tipologia, Officina, Roma 1987 e Seguenti
Libro ben noto a molti tra voi
LC Da P. O. Rossi, La costruzione del progetto Architettonico, Laterza, Bari 1996
Il secondo è Prestazionale. Un matematico architetto dal nome di Alexander non smentisce questo approccio ma lo allarga. E' il secondo approccio rilevante secondo me del Modello concettuale. Dicendo, Alexander, eh no attenzione, dobbiamo suddividere e suddividere i requisiti funzionali "esplictarli" sino al grado più basso e poi, e solo allora attraverso una struttura a lattice complesso potremo decidere (e alcuni nostri colleghi e amici credettero che fosse vero e si misero a fare delle schede perforate - ancora viaggiavano da noi in facoltà nei primi anni Settanta - per operare scelte di architettura); Il modello decisionale diventa così prestazionale.
VAi
Scaricare L'appendice di Alexander tradotta
Il Terzo è Strutturale o meglio Strutturalista
Un fronte che a me ha sempre interessato come progettista, cioè quando ero trentenne, è stato quello che proponeva un modello decisionale di tipo Strutturale (o meglio Strutturalista). E mi riferisco ovviamente alla impostazione filosofica che parte da Levi-Strauss e non al fatto costruttivo (che lo include semplicemnte come sotto categoria). Parlo in particolare di Habraken e del Sar che proponeva per la prima volta coscientemente una "gerarchia delle scelte" alcune che formavano le strutture fisse (come appunto l'antropologia strutturale aveva insegnato nei contesti comportamentali) dall'altro le variazioni delle forme e dei comportamenti "entro" quelle strutture fisse che Habraken chiamava Supports.relazione di una conferenza di Habraken a roma di Valeria Solazzo, 2009 >
progetti di Saggio con altri autori nel corso degli anni Ottanta Dettagli qui
Modello Diagrammatico. A guardare adesso a me sembra incredibile come almeno fino alla fine degli anni Ottanta io stesso credessi fermamente in questo modello decisionale (ho scritto molto a proposito, ne metto uno alla fine assieme a qualche altro riferimento bibliografico a qualcuno interessasse approfondire). Come tutti sappiamo al modello decisionale oggettivo, al modello decisionale prestazionale, al modello strutturalista si è sostituito oggi il modello diagrammatico. Che cosa è mai il processo decisionale diagramamtico? Beh si potrebbe dire banalizando: "è uno schizzo". E invece no! Il modello decisionale diagrammatico non è la prefigurazione di un'idea finale, è la prefigurazione di un processo, è la prefigurazione delle relazioni che interconneraranno nell'architettura : e' un codice dna generatore e regolatore di uno sviluppo. Gli esiti dipenderanno da da una serie di accidenti che intervengono come variabili per modificare quel diagramma.
Quale è il grande passo? Il grande passo è che è dinamico, intrinsecamente dinamico. L'arrivo di questa parola fa entrare in gioco due cose: A. Evidentemente l'elettronica e i computer, e B. l'uso dinamico "dei dati". Due cosettine che dette cosi sembra pane e mortadella e invece sono due faccende di mostruosa importanza.
A questo punto dobbiamo fermarci con l'uso della prima famiglia dell'uso della parola Modello (come dcisionale) e apire un altro capitolo. Quello dell'uso dell'uso Modello come modello scientifico.Segue alla prossima lezione Ma prima, data l'effettiva difficoltà di penetrare coscientemente in questo mondo aggiungo qualche altra immagine e link
Su eisenman, per esempio
http://www.geocities.com/kvtang77/eisenman/eisenman.html
The underlying scheme of two parallel bars and void compressed between them.
The church is based on two parallel premises: the first is the relationship between proximity and distance implicit
in the concept of pilgrimage and in the idea of communication media.The second, is the new relationship between man, God and nature. Symbolizes in the nature form.
The condition of "in-between" which is typical of the liquid crystal also provides an opportunity for bonding with the site
in a less arbitrary fashion.Scientific and mathematical diagrams. He studies fractals, chaos theory, catastrophe theory, DNA, Leibnizian atoms, the behaviors
of liquid crystals. This knowledge and their principles guide the deformation and development of spacesOppure questo Libro
Diagrams Diaries
http://www.amazon.com/exec/obidos/tg/detail/-/0789302640/ref=lib_rd_ss_TFFL/104-0766081-8370332?v=glance&s=books&vi=reader&img=2#reader-link
Naturalmente il grande campione del modello diagrammatico è Ben Van berkel, a questo proposito lo studente tipo del Corso ha partecipato al simposio del 4 maggio 2014 (o nel caso dei dottorandi vi hanno tenuto relazini e workshop), Ne hanno vsito le immaini e conoscono quindi la più grande concretizzazione di modello diagrammatico in un edificio che è il Mercedes Benz
Vai alla pagina dedicata Mercedes Benz come esempio di Modello Diagrammatico
Altri esempi e suggerimenti degli studenti
Savina Leggieri itcad 2016
Gabriele Stancato ITCAAD2014 affronta la questione della scientificità o meno del diagramma e fa un viaggio di grande interesse sino ai greci mettendo a frutto critico il volume NETZ-NOEL, Il codice perduto di Archimede, Milano 2007
Trovo anche io che lo strumento diagramma sia calzante per le nostre esigenze, quello che mi ha colpito dell'uso che ne fa Archimede è proprio la parte analogica (non illustrativa MA informativa), cioè che egli non usa il diagramma per rappresentare le cose come sono o saranno (poligono come insieme di segmenti retti) ma per gestire le relazioni tra le cose e di conseguenza le caratteristiche topologiche (i segmenti retti possono diventare curve sequenziali). Inoltre usando questo sistema egli ha due vantaggi: 1) mantiene un metodo rigoroso ma flessibile; 2) sfrutta le potenzialità del pensiero laterale, usa l'immaginazione per uscire dai pregiudizi e scoprire cose nuove e proprietà generalizzabili.
Che ci importa se gli scienziati non lo vogliono più? Facciamoci eredi di Archimede e prendiamo il testimone noi!
Un ottimo approfondimento sul concetto di Diagramma e della sua differenza con Script è contenuta nella sezione curata da Antonino Di Raimo in qesto Libro
Per ulteriori chiarimenti vedi i libri del corso editio da Carocci.
Da Guardiola
Ri vai Alla lezione su Eisenman
Alexander-Eisenman e algorithmic architecture
dliakatas@gmail.com
Dimitri Liakatas 2009
in seguito le mando il link del dibattito accennato a lezione fra Alexander e Eisenman
http://www.stefanoborselli.elios.net/scritti/dibattito_alexander_eisenman.htm
Sul sito sono presenti molti articoli interessanti di vari critici e teorici.
Infine le segnal un libro (Algorithmic Architecture) che ho scoperto indagando sulla tematica dell'architettura e l'IT di Terzidis, un prof. di Harvard che affronta tematiche simili a quelle del Caad
Faccini 2009
Un piccolo e noto videosu casa Guardiola, in aggiunta alla sua lezione di oggi!
ci potrebbe aiutare..??!!
http://francesco-toplaythegame.blogspot.com/2008/03/peter-eisenman.html
http://www.youtube.com/watch?v=JAH97LcQ2Cs
IL MODELLO STRUTTURALISTA
"[La costituzione
della chiesa cristiana] È sempre la stessa struttura interna, la
stessa disposizione logica delle parti. Qualunque sia il viluppo di sculture
e di ricami di una cattedrale, sotto si ritrova sempre, sia pure allo stato
embrionale, la basilica romana, che eternamente si sviluppa sul suolo secondo
la stessa legge. Sono immancabilmente due navate che si intersecano formando
una croce; la cui estremità superiore, arrotondata in abside, forma
il coro; sono sempre le navate laterali, per le processioni interne, per
le cappelle, specie di ambulacri, in cui la navata principale trabocca
attraverso gli intercolunni. Posto questo, il numero delle cappelle, dei
portali, dei campanili, delle guglie, si modifica all'infinito, secondo
l'estro del secolo, del popolo, dell'arte [...]. Di qui la prodigiosa varietà
esterna di questi edifici, in fondo ai quali risiede tanto ordine e tanta
unità. Il tronco dell'albero è immutabile, la vegetazione
capricciosa."
VICTOR HUGO,
Notre-Dame de Paris, 1831, Edition Garnier Frères, Paris 1959; trad.
it., Notre-Dame de Paris, Fratelli Fabbri, Milano 1968, pp. 137-138, cit.
in CARLOS MARTí ARíS, Le variazioni dell'identità.
Il tipo in architettura, CittàStudi, Torino 1993, p. 18.
Massimo Fanasca
Su questo invece
"vi sarebbe moltissimo da dire"
In una parola
come un'opera eminementemente poetica, tutta poetica per ragioni di razional-funsionalismo
si devefar passare per oggettiva AS.
Cfr Se proprio
necessario AS, Giuseppe Terragni, Laterza, Roma 1995
Giovanni Betti crea un link molto articolato sulla problematcia dei Diagrammi. La particolarità del Link è che da una parte allarga la fase conoscitiva (appunto i Modelli di Bongard che hanno a che vedere con la psicologia cognitiva delle forme) e dall'altro riassume e ricorda alcune esperienze già compiute nel corso in questa luce, come quelle dei collaboratori della Hadid. Vale la pena per chi vuole approfondire.
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