Progettazione Architettonica Assistita
Facoltà di Architettura, Sapienza U. Roma
Antonino Saggio Home
To DO: 5 aprile 2016 ore 24
A. Crea un sito tuo proprio. Il sito è uno strumento fondamentale di questo corso e viene redatto a compimento del Primo ciclo. Il sito dice "io esisto" in quanto informo. E' una maniera di relazionarsi con gli altri studenti e con il docente e di partecipare attivamente alla struttura del corso.
Cosa è l'html, quale è il miracolo di intertet quali sono gli elementi fondamenmatli in gioco IP, Html, FTP, Browser, editor
B. La Maniera migliore di procedere è la seguente. Scrivere e organizzare Localmente (sul proprio computer) il sito utilizzando un programma html writer. Che vuold dire un programma che vi fa vedere il risultato, ma che vi permette allo stesso tempo di accedere al codice (a complete web authoring system that combines web file management and easy-to-use WYSIWYG web page editing..)
Il più popolare e potente da alcuni anni si chiama Dreamweaver ed è il programma fornito nella suite di Adobe. Ma anche per esempio http://kompozer.net WYSIWYG web page editing.
Tutorials
Dreamweaver e FTP Francesco De LiucaW3Schools Online Web Tutorials
C. Per inserire il sito in rete.. cioè pubblcarlo bisogna usare un programma di FTP (fle transfer protocol)FTP programmi free non a pagamento si consigliano
D. Naturalmente per poter trasferire i file dovete avere uno spazio sulla rete che vi ospita (hosting in Gergo). Per fare questo esistono due strade
1. Un sito "ospitato a pagamento" da un provider. Per esempio aruba.it, ma ce ne sono anche molti altri. In questo modo potete anche personalizzarvi un indirizzo. si può chiamare per esempio www.aldoBianchi.com e anche le mail sono indirizzate a Info@aldoBianchi.com Si paga circa 30 euro l'anno. Dovete avere una carta di credito anche una post-pay che costa pocho e dà tutti i vantaggi di una carta di credito. Ci sono molti "internet provider.. o internet hosting"
Ad esempio
oppure
2. la seconda strada è Avere un sito gratis ospitato da un "provider. "
Negli anni passati si sono rivelati validi i provider
per esempio
Inoltre molti provider di connessioni intenert (Alice, Tiscali, fastweb forniscono gratis dello spazio,)
altri alla voce Google: freewebsites Spazio web gratis, oppure su my.space.com
vedere ultimo indirizzario per vedere i provider utilizzati
Consigli: Molti siti offrono servizi predisposti per creare le pagine web. Per esempio alervista. Ma sulla base della nostra esperienza è preferibile adoperare direttamente un htlm writer per creare il proprio sito, tipo dreamweaver anche se il vostro sito all'inizio avrà una struttura e un aspetto molto semplice. A volte i sistemi forniti dai provider si rivelano di difficile comprensione se si vogliono ulteriormente personalizzare e quindi il tempo apparentemente rispariamato si rivela molto poco fruttuoso.
Consigli: Esistono sistemi ibridi che sono sistemi di presentazione avanzata basata su un codice simile al flash che assumono una aspetto estremamente interessante e dinamico, questi sistemi prevedono una scrrittura direttamente sul web e possono esserte usati se si vuole lavorare in queste direzioni. Il dare avere è che questi sistemi non vi fanno meetere le mani direttamente sull'Html e possono essere incompatibili con alcuni sistemi e portatali o all'evolversi delle tecnologie
Uno è http://it.wix.com
uno molto solido è worldpress.com
Su altavista In particolare eviate, se non siete particolarmentee esperti di usare Joomal, (chiedere soltanto un INDIRIZZO E PASSWORD per il proprio sito ad Altervista) e procedere alla creazione del proprio sito con dreamweaver e un FTP
Consigli: Ultima ratio ... che preferirei evitare, è fare un BLOG Gerarchizzato che pur essendo fatto direttamente on line e non in locale, puo avere molte caratteristiche simili ad un sito. Questa è una scorciatoia che può essere fatta in casi particolare particolare anche se didatticamente non espone il corsista alla vera espertienza della costruzione dela propira HOME.
C. Organizza il tuo sito al fine di contenere, alcuni degli approfondimenti alle letture, se vuoi gli appunti e anche altro, In una struttura che tu dai
se vuoi vederea alcuni siti fatti dagli studenti naviga negli indirizzari degli anni passati
2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001
D. Invia il link vivo dell'indirizzo del tuo sito "pubblicato"a Antonino Saggio
"con un taglia e incolla vivo" antosagGmail.com eE. L'importante in questa fase è che il sito esista. Successivamente sarà riempito di contenuti
F. Il nostro obiettivo è che questo sito possa essere anche in futuro la base della tua presenza sul web. Essendo il sito pubblico già ora devono essere rese esplicite due dettagli: Nelle sezione del "diario di bordo" deve essere specificato "Appunti e Commenti del Corso ITCAAD 2016 del prof. Antonino Saggio a Sapienza" e se nel sito è presente il link al nostro corso ci deve essere la dicitura "ITCaad 2016 prof. Saggio, Sapienza"
G: Insieme al Link dell'indirizzo del tuo sito invia anche insieme il link che contiene un commento a questo articolo, anche con qualche immagne
I. Leggi «Nuove Sostanze. Manifesto della Rivoluzione Informatica» ovvero se preferisci il capitolo sostanze e, o la prima parte del volume (sino a pag. 50 "Questioni di contenuto) nel volume Introduzione alla rivoluzione informatica in architetturaLeggilo nella lingua che preferisci, se manca la tua lingua.. e vuoi puoi tradurlo.. verrà aggiunto
II. Estrapola un punto del testo e citalo in apertura del tuo articolo
III. Approfondisci commenta e sviluppa
IV. Pubblica il tuo approfondimento nel tuo nuovo SITO !!!!!!
V. Invia "il link" a Saggio e agli assistentie a chi vuoi nell'indirizzario ENTRO 5 Aprile 2016
I Ciclo: L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea. Il World Wide Web
Quinta Lezione: La Lunga Crisi prima Parte
leggi con molt attenzione pagine 19-33 del libro
L'ampiezza della crisi alla nascita del Mondo industriale 1. Lo schema a priori Boullée/ Ledoux / Durand
2. La logica della costruzione
Chi è? che fa? che ponte è?
.....
Dankmar Adler and Louis Sullivan / Prudential Building (formerly Guaranty Building) / Buffalo, New York / 1895-1896 3. L'artigianato "totale" 4. L'interscambiabilità e poi lo Stile 5. il Simbolo della contraddizione ()Michelucci Gruppo Toscano Stazione Santa Maria Novella)
Fermenti Nuovi I nuovi P La Logica Seriale e quindi di nuovo A nalitica
La logica A Verso l'I La Cavaliera
Cezanne Le grande Bagnanti 1896.1906
Guarda il Video Johnny Cezanne per capire come la pittura
no Pa del B, Arte è D e quindi la Ar come N Domande o double check 4. Che cosa è: Il panno della
natura morta di Cezanne e perchè Che tipo di logica si afferma? A sta per cosa. O meglio per quante cose Quale è lo strumento che genera la crisi? Quale equivoco dipana la sua nascita? Insomma alla fine quale è la grande "A" che attraverso Cezanne arriva alla costruzione estetica del movimento Moderno?
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Approfondimenti a cura degli Studenti
AS http://www.ted.com/index.php/talks/tim_brown_on_creativity_and_play.html saggio suggerisce, il designer Tim brown spiega come si ragiona sistematicamente nel desgin.. partendo dalle crisi, partendo dalle idee Un buon software che consente la trascrizione dell'audio in un testo si Chiama Adobe SoundBoot, forse c'è una versione di prova. Ma oggi questo si fa tranquillamente nello stesso sistema operativo... La catena di Vetro
Come la linea di Van Velde torna ad influenzare la ricerca di oggi Liakatas 2009 Au fond de l'Inconnu pour trouver le nouveau! On 20-03-2003 13:22, "marco" <marcolivieri@hotmail.com> wrote: a proposito della lunga crisi dell'800 volevo condividere questa poesia
di charles baudelaire Rêve parisien tratta da les fleurs du mal (prima
edizione 1857) E in effetti non ha forse Baudelaire indicato la strada da seguire? "Au fond de l'Inconnu pour trouver le nouveau! " -in fondo all'Ignoto per trovarvi il nuovo!- CII SOGNO PARIGINO di Charles Baudelaire A Constantin Guys Ancora stamane mi rapisce
Liberare l'anima On 26-03-2003 1:08, "Massimo Fanasca" <maximo@mclink.it> wrote: RIFLESSIONI suscitate dalla lettura dell'articolo "Dalla terra al CAD" del 16/12/2000 pubblicato in ARCH'ITSUL VALORE DELLA PROGETTAZIONE MENTALE Da Pietro Abelardo (Dialectica, prima metà del XII sec.) a Leon Battista Alberti (De Re Aedificatoria, forse 1445-1450) a Raffaello (Lettera a Baldassarre Castiglione, 1515), la natura mentale del progetto non è mai stata posta in dubbio. Quello su cui è possibile discutere è la tecnica di restituzione dell'idea architettonica, da sempre influenzata dalla "maniera cognitiva" (cioè dal modo di pensare) proprio d'una data cultura, e che a sua volta determina il risultato architettonico. Da Vitruvio (De Architectura, ultimo quarto del I sec. a.C.), per tutto il medioevo, e rimanendo agli esempi citati, per l'Alberti (De Re Aedificatoria) e Raffaello (Lettera a Leone X, 1519, scritta con Baldassarre Castiglione), la rappresentazione dell'idea architettonica era affidata principalmente a disegni di piante, sezioni, prospetti. Daltronde la maniera cognitiva diffusa nell'Europa occidentale sino a buona parte del XX sec., è stata dominata dai concetti aprioristici di orizzontalità, verticalità, perpendicolarità. MICHELANGELO, dall'interno del modello rinascimentale, opera una prima importante RIVOLUZIONE: pur accettando per buoni programmi celebrativi, un'idea di visione monocentrica, forme di comunicazione figurative, modelli urbani chiusi e sistemi di costruzione continui, riesce a percepire la complessità della realtà e la crisi di valori che attraversa la cultura del suo tempo. E cerca nuovi parametri di comprensione del reale: alla presunzione delle regole di natura, immutabili e intelligibili, sostituisce la consapevolezza della mutevolezza della realtà vivente, della distanza della realtà materiale dalla perfezione, della dignità e della potenza espressiva di ciò che non è come gli altri avrebbero voluto che fosse. L'architettura diventa espressione d'uno stato dell'anima, che interpreta la vita vissuta come dramma. Michelangelo riesce, come Cezanne, a rappresentare per paradosso, attraverso la mutevolezza, l'essenza delle cose (vedi i "Prigioni" del 1530-34). Il neoplatonismo non rappresenta una via di fuga, ma la percezione chiara e distinta della preminenza dell'idea non solo sulla funzione, ma anche sulla forma (vedi il tema del "non finito"). Non importa lo studio dei tipi, né la sostituzione delle regole imperanti con altre: da questo punto di vista la rivoluzione michelangiolesca è superiore a quella tentata da Victor Horta col suo nuovo stile. È a Michelangelo che si devono i processi mentali da cui scaturiscono le architetture-sculture di Gehry: Buonarroti stesso riteneva di essere nato per la scultura; e se credeva che "la pittura mi pare più tenuta buona quanto più va verso il rilievo" (Lettera a Benedetto Varchi, 1546), probabilmente doveva pensare lo stesso per l'architettura (poiché "la pittura, e l'architettura e la scultura trovano nel disegno la loro sommità"; Francisco De Hollanda, Dialoghi romani con Michelangelo, 1548). Quello che Michelangelo possedeva, e che nessun modello elettronico potrà mai riprodurre, è la capacità di "cogliere" idee: nel proprio cervello, o meglio, nella propria Anima.
Rapa On 24-03-2003 0:33, "andrea di laurenzio" <andreo@tiscalinet.it>
wrote: il calcolatore è sicuramente la rapa del nosrtro
secolo, ma tanto il primo come il secondo denunciano più il bisogno
di informare o di essere informati? Disegnare On 23-03-2003 23:55, "Michele Lisena" <mlisena@inwind.it> wrote: riporto un brano della premessa di Bruno Zevi in "Rinascimento
e manierismo" "E' l'età della prospettiva, scoperta deleteria poiché, al posto della realtà vissuta, pone come obiettivo la sua rappresentazione tridimensionale. Da quel momento, a parte i trasgressivi, gli architetti non pensano più agli spazi, ai volumi, agli snodi e ai percorsi, ma solo al modo di graficizzarli. Per facilitare tale compito, impoveriscono la loro strumentazione, geometrizzano, mortificano l'edificio in uno scatolone. Impera da allora l'assolutismo sadico del disegno, che provoca una strage professionale: migliaia e migliaia di persone dotate rinunciano a fare gli architetti perché <non sanno disegnare>, mentre a quelli che sanno disegnare dovrebbe essere precluso l'accesso alle facoltà di architettura." Questo brano di Zevi può, a mio avviso, essere attualizzato e descrivere appieno il difficile rapporto tra architettura e informatica. Si potrebbe affermare che troppo spesso, purtroppo, molti architetti non pensano più all'architettura "reale" ma solo a quella "virtuale". Troppo spesso oggi nelle fascinose 'rappresentazioni elettroniche dei progetti' si sacrifica l'architettura e i suoi contenuti reali. Nel suo articolo "Dalla terra al Cad" afferma: "Non è di per sé garanzia di buona architettura, ma fornisce una possibilità di dialogo con clienti e i collaboratori che Michelangelo non aveva." Garantire una "buona architettura" dovrebbe, a mio avviso, essere sempre e comunque l'obiettivo più importante del fare architettura.
Treni Crisi Crash Per anni mi sono rimaste alla memoria queste due immagini. Adesso le ho ritrovate AS.
Ho visto dal vero Il Cezanne, è alla COURTALULD di Londra AS
La stazione del Milano è il Colmo. Nel 1931 è INAUGURATA. Pagano non ci poteva credere
Ma chi Crea i Simboli? On 23-03-2005 14:15, "alessia.latini" <alessia.latini@libero.it> wrote: La "via dei simboli". Un percorso, una strada che ci sta
portando ad una sintesi linguistica, ad un uso sempre maggiore della singola
parola per definire un concetto. Viviamo in un mondo di SEGNI, segnali
di obbligo, di convincimento, di ammaliamento. Come avviene la decodificazione,
in che modo un SEGNO può diventare un SIGNIFICATO? Il processo è
lo stesso che trasforma il ?dato? in ?informazione?, ovvero l? attribuzione
di una convenzione, che permette di creare quindi una oggettivizzazione.
In questo modo il segno si trasforma in SIMBOLO. Poniamoci anche un? altra
domanda: come si creano le chiavi di interpretazione, le convenzioni? I
due soggetti principali di questo processo sono i ?comunicatori" dei simboli
ed i fruitori degli stessi. I primi possono attingere dalla conoscenza
comune oppure inventare dei nuovi simboli, dando vita spesso ad un nuovo
processo di mini-stratificazione culturale. I fruitori, a loro volta, non
devono fare altro che attingere alle proprie conoscenze, dando un significato
a volte anche non coerente con la volontà del ?comunicatore" oppure,
nel caso di nuovi simboli, decidere come interpretarli e se accettarli
o meno. Mi vengono in mente a proposito due casi che appartengono alla
storia dell? architettura. Pensiamo alla distruzione degli edifici di Ledoux
da parte dei rivoluzionari che avevano ad essi attribuito un simbolo di
potere. Pensiamo a Bilbao e alla trasformazione di una città industriale
in decadenza in una città in cui si vende ?immagine". Pensiamo al
rifiuto della popolazione basca di una simbologia nella quale non si riconoscono,
perché non fa parte della propria storia, della propria cultura.
"Interattività fisica vuole dire che l'architettura
stessa muta" On 31-03-2005 9:53, "Valeria Cataldi" <valeria@bonomogallery.com> Con la parola "interattività" sono emersi dalla mia memoria una serie di paesaggi mentali legati piuttosto all'interazione nello spazio di diverse entità fisiche, quali persone o cose, oggetti più in generale, che si sollecitano l'un l'altro. Ma quello che più mi interessava era la domanda che c'è a monte: perché, anche in campo artistico, tante volte si è cercata questa interattività? E come? Ovviamente le risposte potrebbero essere senza fine ma ho deciso di concentrare l'attenzione sull'interpretazione che dà Vito Acconci di interattività all'inizio della sua carriera artistica. Le sue prime performances nei lontani anni Sessanta-Settanta nascevano da un tentativo di divenire parte dell'architettura, «non più un'entità nello spazio ma parte della stanza, del pavimento, dell'ambiente», l'ambiente erano le pareti bianche delle gallerie dove il suo corpo diveniva immagine. Non più opere d'arte statiche da posizionare in un luogo casuale ma installazioni legate intimamente al luogo in cui si trovano. C'è inoltre da tener presente come il pubblico fosse parte costituente di tali esibizioni: in "Proximity Piece", 1970, l'artista si avvicina moltissimo a qualcuno in un museo, quasi sfiorandolo, intervenendo sul piano simbolico poiché il museo è proprio il luogo del non-contatto, sin dall'ingresso si sa che non si deve toccare, solo osservare. L'interattività diviene ancora più profondamente fisica (utilizzando il corpo nella sua totalità) intervenendo nello spazio, e quindi nell'architettura, che la contiene. L'importanza di questo artista non si fermava solo alla Body Art, ma arrivava molto oltre: Acconci filmava, fotografa, documentava in mille modi i suoi gesti, le sue azioni, in un certo senso faceva già dell'arte-informazione, pubblicità di sé stesso come opera d'arte in continua trasformazione e in continuo dialogo con il pubblico (interattiva dunque?). |