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Paolo Ferrara "Antithesi"



Conversazione In Sicilia: Mai Muti
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1.Errata Corrige


In questo libro
Salvatore Quasimodo, di  Rosalma Salina Borrello e Patrizio Barbaro,
in edizioni Gribaudo, collezione Biografie per Immagini di  Franco Vaccaneo
e anche in  Quasimodo, (a cura di Alessandro Quasimodo) Mazzotta, 1995ca
 
 
 


 

 si legge a pag.179
Quasimodo ascolta Ignazio Butitta che declama una sua poesia

l'errata corrige è

Quasimodo ascolta Raffaele Saggio che declama una sua poesia in occasione della posa della lapide di "Vento a Tindari". Patti, via Magretti, 1959

2.Piccoli Gruppi


Vai A Vento a Tindari e ai Piccoli Gruppi ai Piccoli Gruppi fecondi


 

vs

 degli amici Sandro e Paolo

e come è la lodevolissima organizzazione dell'InArch Sicilia
dell'architetto Porto
con le sue ulteriori articolazioni provinciali



3.Accelerazioni e Decelerazioni

L'errata corrige evidentemente apre molte strade.

La prima è L'imprinting
 

ne abbiamo parlato
in questo articolo di preparazione al Convegno su Antithesi
in un Reportage sull'architettura Siciliana pubblicato su "Costruire" -(Percorsi di architettura. La qualità della progettazione, "Speciale Sicilia", in Costruire, n. 130, marzo 1994).
e poi su Arch'It   Architettura in Sicilia. Percorsi dell'imprinting Vai


" Contesto per noi architetti ha almeno tre significati distinti.

Da una parte usiamo la parola attraverso il concetto di luogo. In questo caso l'attenzione è rivolta alla morfologia specifica del sito dove l'architettura sorgerà e al ruolo, alla configurazione e al significato architettonico e urbano degli edifici preesistenti nell'immediata area circostante.

Il secondo significato è penetrato nella cultura italiana soprattutto grazie al romanzo di Leonardo Sciascia. In questo caso "Il Contesto" descrive il quadro sociale, storico e culturale che influenza una condizione dell'operare in un'area specifica.

Naturalmente i due significati spesso si combinano tanto da spingere a pensare al contesto attraverso l'immagine di una tessitura. Questo terzo significato a cui, sono certo, pochi architetti penserebbero, è invece proprio quello "ufficiale" che la lingua italiana dà alla parola (Cfr. Zingarelli, 1990: "Contesto.. 1. lett. Tessitura, intreccio. )

Ora l'idea di contesto come  tessitura, come fosse una rete mutevole che determina una griglia spazio-temporale che einsteinianamente risulta formata  e deformata dall'architettura, mi sembra un già bel viatico per iniziare.

Ma al concetto "fisico" di contesto come rete e tessitura per procedere veramente va aggiunta una componente più magmatica, più fluida, più ibrida che ha a che vedere con le strutture più profonde della psiche.

Questa quartadeclinazione "chimica" è associata per me al concetto di Imprinting: e cioè alla teoria che vede nelle fasi formative della vita la creazione di dei pattern,  delle strutture ricorrenti che poi continuano in tutta l'evoluzione successiva. Il concetto non è solo delle scienze naturali, biologiche, psicologiche, comportamentali ma è stato applicato anche in altri settori. Marx stesso parlava della nostra infanzia greca. E' una condizione primigenia, una infanzia mitica continuamente riproposta nella vita adulta anche se nelle forme imprevedibili dell'arte.

A..
Roma

S.
LA Sicilia

e Guarda  Testo di Lazier

Venezia

 

4.La Parola



 

La casa di Patti

ricordo nell'afa pomeridiana rimborare questa parola terribile, paurosa, terrorizzante

Mutu, Mutuu, Stai Mutu
 

Era quanto di più spaventoso potessi immainare. Era una storia di sottomissione, era una storia di silenzio frustrato e a volte complice.

Ecco interpreto tutto lo sforzo di Paolo Ferrara cosi

Noi architetti italiani, noi architetti siciliani, non possiamo stare in silenzio

Noi non stiamo Muti

La parola

è sempre liberatoria, serve sempre. E quindi (da

Elio Vittorini , Conversazione in Sicilia
 
 

Da "Questo Novecento", di Vittorio Foa:
 

La figura stessa di Vittorini era anomala: era un irregolare. Però io ho letto "Conversazione in Sicilia" in carcere, quando usciva a puntate sulla rivista "Letteratura", prima che uscisse in libro nelle piccole Edizioni di Letteratura (col titolo mascherato di "Nome e lacrime"). Ne rimasi sconvolto; ero in carcere, dentro un mondo che sembrava tutto chiuso nel fascismo, nel nazismo, in cui c'era solo una speranza di risposta, diciamo pure anche la speranza nella guerra; e questo romanzo che lessi durante la guerra, in carcere, in una condizione di stretta clausura, mi apparve come una specie di straordinario messaggio: il mondo cambiava.


Capitolo I

Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete. Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver frebbe di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffé, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe.
 

Astratti Furori

Quindi parliamo e troviamo strade



4. Le tante sostanze e le responsabilta'
 
l'implosione, i paesaggi secondi, il recupero critico, l'infomatica, il rapporto con le altri arti


vedi Movie


vedi un breve film dell'interno
 


Ma tra le tante sostanze una: Architettura Terapeutica

Le  sostanze: e sono tante (leggi "Nuove Sostanze")

Imprinting, Vibrazioni, Urbanscape, InNature, Spazio come sistema, interconnessioni

Ma quella decisiva che voglio trasmettervi è qui è

Architettura terapeutica.

Pensiamo all'architettura per Guarire, l'architettura può guarire.
E possiamo andare nella psicologia ambienate, nella sociologia
e lavorare ad un'architettura consapevole seria fondata su un pragmatismo alto

La Casa della madre e del fanciullo di Aldo Van Eyck

 

Può essere lirica
vedi Terragni e l'asilo

Può essere Liberatoria
Vedi Hecker e Libeskind

e può essere sublime. Ecco solo del Sublime voglio parlare

5.Sublime



Listen MLK I have a dr.

Siamo nell'Alabama rurale e poverissima

E qui ha vissuto ed è appena scomparso

Sambo


Samuel Mockbee
December 23, 1944 - December 30, 2001








Vivono Sotto un tetto gli stdeti Un suepr shed

Lavorano e inventano con Materiali da riciclo

 

Trattano con i poveri veri

 

Csoruiscono Gli studenti e gli ex carcerati

e Fanno queste cose



Vai al Sito di the Rural Studio

e alla scuola di Auburn, Head Bruce Lindsey

Andrea Oppenheimer, Timothy Hursely
Rural Studio
Princenton Architectural Press
New York 2002
 

Antonino.Saggio@Uniroma1.it


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