Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Michela Bruno
Advisor A. Saggio
Il progetto Bio-Tect organizza in una architettura di nuova concezione un processo tecnologico che rappresenterà parte importante per l'alimentazione dei veicoli nei prossimi anni. E' quello basato sul biodiesel. In Bio-Tect la divisione tra tecnologia e cultura (e tra tecnologia e architettura) si dissolve in una sensibilità spaziale ibrida. Flussi fluidi, modellazioni strutturali, ornamento e illuminazione sono tutti combinati in un insieme multifunzionale coerente per generare un’atmosfera vivace e inaspettatamente intensa. Lo spazio genererà consapevolezza pubblica sull'inevitabile esaurimento del petrolio e dei combustibili fossili e attraverso un pensiero biologico integrato indicherà soluzioni realizzabili. L’obiettivo non è la creazione di una "cattedrale meccanica", ma di un centro di ricerca sulle energie rinnovabili applicate ai trasporti che mantenga al tempo stesso la funzione originaria della struttura precedente nell'area: una stazione di servizio. Naturalmente accanto a questa funzione saranno presenti area commerciali, zone di esposizione veicoli, zona di ricerca e una foresteria.
Nella stazione di servizio di biodisel sono stati installati dei fotobioreattori che fungono da contenitori per le alghe, gli agenti che producono i biodiesel, che risultano conenuti all'interno di elementi portanti che formano la struttura della stazione di servizio. Attraverso un impianto di illuminazione, i fotobioreattori emanano lungo i tubolari diversi colori in base alle fasi di depurazione che vengono attuate nell’arco della giornata. Questo elemento attrarrà i cittadini verso Bio-Tect che sarà anche all'esterno una sorta di “edificio pulsante” e contribuirà a pubblicizzare i combustibili alternativi. Oltre ai fotobioreattori, nella stazione è presente una rampa carrabile, caratterizzata da minerali piezoelettrici, tecnologia utilizzata anche dal tram dell'UGL e aree verdi di alberi artificiali, responsabili della raccolta di energia solare.
Dal punto di vista architettonico e urbano tre sono le caratteristiche principali del progetto. La prima è quello di organizzarsi attraverso i percorsi carrabili. Una rampa porta l'automobilista nel sotterraneo e gli consente da una parte di vedere il mondo dei laboratori e la zona commerciale con i nuovi veicoli e dall'altra di accedere al parcheggio. Attraverso la medesima rampa l'automobilista può proseguire accedendo alla stazione di servizio che è posta all'esterno, in una sorta di collinetta che rende visibili alla città i tubolari colorati che contengono le alghe produttrici del nuovo combustile. Simbolo e funzione si combinano efficacemente in un vero "segnale" alternativo. La seconda caratteristica spaziale è l'andamento della pianta a livello zero. Lo spazio interno infatti si svolge lungo un asse zigzagante che organizza gli ambienti per la ricerca e l'incontro ai due lati e che termina con una grande vetrata. Si tratta di una sorta di grande bocca a sbalzo che inquadra l'accesso ai tram della Urban green line dentro l'edificio. Infatti Bio-tect fornisce alla UGL anche una zona di manutenzione e deposito. La terza caratteristica architettonica saliente è verso la creazione di un oggetto "tirato" tra il movimento meccanico della via Appia e quello rallentato del parco archeologico. L'architettura è risolta con un linguaggio secco che ben interpreta sia il programma sia la situazione del luogo, accendendosi nella saliente eccezione della stazione di servizio.