Graduation Thesis/Tesi di Laurea

 

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Antonino Saggio I Quaderni

Sapienza, Università di Roma, Facoltà di Architettura

 

Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
iniziata nel febbraio del 2019

Aniene Rims

 

INNESTO
Centro di coworking a Saccopastore: paleontologia, esposizioni e collaborazioni creative. Aniene Rims, Roma.

Giulia Lisena

AA 21-22 Tesi Discussa il 16 marzo 2022
Relatore Antonino Saggio

 

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Brochure

Video Discussione

2:10:00 - 2:30:00

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INNESTO è un progetto che prevede la realizzazione di centro di Co-working dedicato allo sviluppo, alla condivisione e alla diffusione della cultura e dell’arte nel quartiere di Saccopastore, a Roma. Il progetto nasce per rispondere a due necessità.La prima è di natura infrastrutturale, ed è legata alla totale mancanza di un collegamento che consenta di raggiungere le rive del fiume Aniene dall’adiacente Via Nomentana. La seconda, è legata alla crisi causata dall'occupazione abusiva che affligge da anni l’ex stazione postale de la “Maggiolina” che insiste nell'area di progetto.
Elemento imprescindibile per comprendere le scelte compositive, sono le caratteristiche urnbane e morfologiche dell’area. Il vuoto urbano selezionato per INNESTO (il 108 di Aniene rims) rientra insieme a Montesacro nel III Municipio. L’ansa del fiume disegna i confini naturali della “sacca” del quartiere di Saccopastore che risulta chiusa su tre lati, mentre il quarto si apre verso il quartiere Trieste. Via Nomentana è la grande arteria di collegamento che lo attraversa in senso longitudinale e ne garantisce i collegamenti ovest-est.

L’area di progetto in questo contesto generale risulta particolarmente strategica: insiste infatti su una porzione di terreno che si presenta come un tessuto intermedio tra il mondo urbano e quello naturale lungo il quale scorre l'Aniene. In questo intervallo di suolo insiste, come si diceva la “Maggiolina”, manufatto industriale dismesso, occupato e in grave stato di degrado. Sebbene il fiume sia nelle immediate vicinanze del tessuto urbano, la preesistenza crea un incombente ostacolo fisico e visivo al raggiungimento della riva, tanto da renderla inaccessibile e completamente nascosta. Il fiume è così un valore solo "potenziale", assente e rimosso nella realtà della vita pubblica.

La peculiarità morfologica dell'area ha fatto da volano per la realizzazione di un progetto che ha naturalmente ha quaale obiettivo principale creare un'infrastruttura che possa stabilire un collegamento diretto tra città e fiume. Il processo compositivo ha visto in successione tre macroazioni: la rimozione della presistenza, il tracciamento dell’asse di collegamento città-fiume, la realizzazione di un volume dalla forte vovazone infrastrutturale, un “innesto” appunto che consenta di allacciare in maniera armoniosa la riva al livello urbano e viceversa. L'edificio risponde quindi con forza al principio dell "'infrastructuring" posta alla base di tutti i progetti Aniene Rims, ma che qui trova una declinazione particolrmente evidente.


Il progetto si compone di due edifici che si innestano tra loro indirizzando la discesa verso il fiume. Adagiandosi sulle curve di livello del suolo, il progetto articola dislivelli sino alraggiungimento della riva, dove è presente un piccolo molo di approdo in acqua. Il nodo di intersezione tra i due volumi è lo spazio fondamentale su cui ruota il sistema distributivo e funzionale della progettazione interna e dei principali accessi. Quest cerniera infatti è contemporaneamente atrio d’ingresso, collegamento verticale e giardino tropicale. La cubatura degli edifici è volutamente ridotta per mantenere la stessa densità presente nella Maggiolina. Ma la collocazione del corpo scala tra i due edifici, crea possibilità futura di costruire nuovi volumi, nei vari corpi di fabbrica connessi alla cerniera centrale senza la realizzazione di altre opere, se non quella del proseguimento della scala.


Il masterplan nasce dalla rivisitazione del concetto di Parallax di Steven Holl. Il disegno si basa su un sistema di tessiture "perturbativa", in cui esistono dei “field of energy” (o punti di forza) che “emanano” energia. Questi punti, associati nel progetto negli edifici, nella strada e nel fiume, generano delle vibrazioni. Da questi punti nascono delle “sponge of energy”; spugne di forza il cui criterio di nascita, morfologia, ampiezza e densità dipende dal livello di energie emanato dai field of energy.

Le "sponge force" ottenute dai campi di forza, genera in questo progetto la tessitura su cui si costruisce il livello del verde e la mappatura degli alberi. Le spugne prendono l’aspetto di zone verdi e sono addensate nei punti con maggior “tensione energetica”. Le zone a «basso livello energetico» generano “green sponge” di dimensioni più piccole e meno condensate tra loro. Oltre al disegno del verde, la progettazione degli spazi esterni si serve di tre delle dieci strategie riportate all’interno della dissertazione dottorale “Infrastrutture dell’acqua. Strategie adattive all’emergenza idrica dei mutamenti climatici” dell’arch. Gaetano De Francesco, in particolare quelle relative all’Assorbire, al Convogliare, al Diramare, con l’intento di far fronte al rischio idrogeologico e, al contempo, caratterizzare in modo differente le diverse aree di progetto in uno stretto rapporto tra articolazione spaziale e paesaggistica e necessarie opere la mitigazioni di possibili esondazioni. I parcheggi possono essere inseriti in dei lotti adiacenti, oppure in un eventuale scavo nel sotteraneo facilmente gestibile attraverso i core con scale di sicurezza. L'area si prevede non recintata proprio per facilitare l'accesso agli abitanti al Tevere, sistemi di video sorveglianza, sempre più adottati oggi, sono previsti.


In ultimo, per quanto concerne il programma, INNESTO offre la possibilità di affittare atelier per la produzione creativa, spazi espositivi per la mostra e la vendita e spazi di studio per la ricerca. L’idea è quella di introdurre un nuovo approccio al Co-working, non più basato sulla condivisione di un singolo grande spazio, ma nella dotazione di tanti piccoli spazi inseriti all’interno di un progetto più ampio, ipotesi verificata insieme ad altre con Andrea Codoro, del distretto creativo di Belluno. Il fine più immediato è quello di creare una connessione, una rete di collaborazioni tra professionisti e creativi e di offrire ai coworker, spazi e strumenti per confrontarsi e aprirsi al quartiere. Il programma prevede inoltre uno spazio di esclusiva destinato alla ricerca paleontologica di Saccopastore, con lo scopo di fare ricerca e soprattutto promuovere la Valle dell’Aniene nella veste poco conosciuta di grande miniera di depositi e reperti fossili.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il progetto è limitrofo a quelli pubblicati nel libro

UnLost Territories
Ricostruire la periferia a Roma Architettura e società nei territori abbandonati
a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco

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is the book that explains the urban infill strategy to which this project belongs to.
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Tevere cavo, una infrastruttura di nuova generazione a Roma tra pasato e futuro

 

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