Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
Questo progetto fa parte della ricerca della Cattedra di Antonino Saggio
iniziata nel febbraio del 2019
RiVestire
Centro per il riciclo creativo dei rifiuti tessili nel quartiere di Città giardino Aniene
UnLost territories: Aniene RimsLudovica Migliaccio
AA 20-21 Tesi Discussa il 15 dicembre 2021
Relatore Antonino Saggio
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A sinistra in alto Piazza Sempione, in basso a destra il progetto Ri-vestire, tra le due il ridisegno del parco atto
a far rivivere spazialmente e simbolicamente la connessione tra Città Aniene e il suo fiume. la carrabilità "rallentata" è mantenuta.
RiVestire è un progetto che si basa sull'idea di trasformare la crisi relativa alle grandi quantità dei rifiuti tessili di oggi, in una risorsa per rilanciare il territorio in modo creativo e sostenibile. Si insedia in un'area strategica nel parco Nomentano di Roma al posto di un edificio industriale abbandonato lungo le rive dell'Aniene, la exfabbrica di cucine Linda. Il progetto propone anche un nuovo disegno di parco che, attraverso scelte paesaggistiche, tenta di ricostruire simbolicamente e morfologicamente la relazione con il fiume della Città giardino Aniene. Una città giardino "capitolina" disegnata con molti elementi di originalità da Gustavo Giovannoni nella Roma del sindaco Ernesto Nathan.
In un contesto come quello odierno, dove il tema del cambiamento climatico è centrale, la quantità di rifiuti prodotta non solo dal settore di riferimento, ma anche dai cittadini è allarmante. I dati riportati nel rapporto “A new textiles economy: redesigning fashion’s future”, redatto dalla Ellen MacArthur Foundation, mostrano che meno dell’1% dei rifiuti tessili è stato avviato al riciclo per la produzione di nuovi abiti (fonte al 2019); mentre l’Unione Europea ha stimato che i cittadini ogni anno consumino quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscano soltanto 11 kg. Inoltre, i dati riportano un cambiamento di comportamento anche nel modo in cui le persone eliminano gli indumenti che non vogliono più: molti capi vengono gettati anziché donati. In Italia, nel rapporto annuale redatto da Ispra nel 2019, la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è stata pari allo 0,9% del totale, tuttavia viene registrato un incremento del 7,9% rispetto al 2018. Quest’ultimo dato è destinato a salire, poiché dal 1 gennaio 2022 l’Italia recepirà, con tre anni di anticipo rispetto alla scadenza della Comunità Europea fissata al 2025, la Direttiva U.E. 851/2018 che sancisce diverse misure specifiche per il settore tessile, tra le quali l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili urbani. Tale provvedimento, rientra all’interno del più ampio Circular Economy Action Plan adottato dalla Commissione Europea, che promuove appunto un sistema economico circolare dove le materie prime seconde, ossia materiali e prodotti che si possono utilizzare come materie prime tramite il semplice riuso, il riciclo o il ripristino, dopo una fase di lavorazione, vengano reimmesse in commercio sotto forma di nuovi prodotti.
Gli abiti usati, proprio perché materie prime seconde, possono essere la chiave per RiVestire, per contribuire a rilanciare la città, in particolare quella di Roma “piena di potenzialità inespresse, sia a livello materiale che umano”, come la descrive Caterina Ottone, giovane imprenditrice romana operante nel settore dell’abbigliamento, che definisce anche “necessario per Roma investire su questi nuovi progetti”. (intervista completa a Tav. 1)
Il progetto prevede, quindi, la realizzazione di un centro per il riciclo dei rifiuti tessili a Roma, nel quartiere di Città Giardino Aniene. Scopo del progetto è contribuire attivamente alla raccolta e al riciclo dei rifiuti tessili urbani e, attraverso le attività svolte all’interno del centro, promuovere la sostenibilità ed il sistema dello "slow fashion". Con questa finalità, il centro offrirà il servizio di “sartoria fai da te”, un luogo dove i clienti possano portare i propri vestiti usati per riammodernarli, realizzarne di nuovi oppure ricevere uno sconto sugli acquisti in negozio, donando i propri capi usati.
Inoltre, il programma di mixité include la realizzazione di residenze, spazi ideativi, produttivi, commerciali, servizio bar e ristorazione, e un’area verde attrezzata che degrada verso il fiume Aniene, completamente fruibile.
L’area di progetto, caratterizzata da manufatti industriali abbandonati (ex Linda), si trova all’interno del quartiere di Monte Sacro, situato nella zona a nord-est di Roma. La storia del quartiere, la cui vicenda e progetto sono riassunti nelle tavole di analisi storica (tavv. 4, 5, 6 e 7), racconta di un quartiere che fonde insieme i principi della “calamitazione" città-campagna delle Garden Cities of Tomorrow di E. Howard (1902) con le caratteristiche ambientali e morfologiche dell’area, poiché “Ogni centro, ha le sue condizioni climatiche, di ambiente naturale, di tradizione artistica in cui si riflette la continuità del sentimento della stirpe: e tutto questo ci dà visuali, luci, ambientismo nelle piazze, nella linea, nel colore” (G. Giovannoni, Vecchie città ed edilizia nuova, 1931).
Per l’importanza storica del contesto e con l’intento di recuperare il rapporto tra il fiume ed il quartiere, andato perso nel tempo, il progetto include anche la riqualificazione delle aree limitrofe a quella di intervento.La geometria alla base del progetto scaturisce dalla sovrapposizione di diverse maglie che derivano dagli orditi di una "tessitura" che individua le principali direttrici contesuali che aprono l’area verso la città e al fiume. I volumi del centro sono così caratterizzati da un percorso che come una faglia divide in due parti i corpi edilizi che alternano vuoti e pieni: un volume che si avvolge lungo l’asse longitudinale e nei percorsi che si sostanziano negli accessi al complesso, in particolare un percorso in quota, la passerella di colelgamento ed un percorso seminterrato, appunto lo scavo o la faglia.
Per quanto concerne il concept delle aree limitrofe invece, sfruttando le differenze altimetriche del terreno e trattando lo scavo come frattura generante, si è ideato un sistema che si affaccia sul fiume Aniene e da quota +25.00 metri degrada, articolandosi su tre livelli, verso l’area di progetto posta invece a quota + 18.00 metri. La progettazione degli spazi esterni si serve di quattro delle dieci strategie riportate all’interno della dissertazione dottorale “Infrastrutture dell’acqua. Strategie adattive all’emergenza idrica dei mutamenti climatici” dell’arch. Gaetano De Francesco, in particolare quelle relative all’Assorbire, al Convogliare, al Corrugare e al Diramare, con l’intento di far fronte al rischio idrogeologico e, al contempo, caratterizzare in modo differente le diverse aree di progettoe disegnare armoniosamente spazi e presenza del verde.
il progetto è limitrofo a quelli pubblicati nel libro
UnLost Territories
Ricostruire la periferia a Roma Architettura e società nei territori abbandonati
a cura di Antonino Saggio Gaetano De Francesco
Urban green line progetti sistemici per una infrastruttura ecologica a roma
UrbanVoids is the book that explains the urban infill strategy to which this project belongs to.
Roma a_venire is the book that collects twenty and more design projects and explains the overall urban, social and design strategy to which this project belongs to.
L'Arca # 278 , International Architectural magazine published the strategy of the Urban Green Line and this this project-
Tevere cavo, una infrastruttura di nuova generazione a Roma tra pasato e futuro
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