Collana del dipartimento di progettazione
architettonica e urbana Università di Roma "La Sapienza"
English Edition
Antonino Saggio
Un architetto americano
Louis Sauer
presentazione di Paola Coppola Pignatelli
Officina edizioni
Roma, 1988
Indice
PARTE PRIMA : LA RICERCA ARCHITETTONICA
PARTE SECONDA
: OPERE DI SOCIETY HILL
Questo libro presenta un architetto poco conosciuto al pubblico italiano: Louis Sauer. Perché proprio Louis Sauer tra i molti professionisti di valore della scena americana contemporanea? Direi per svariati motivi, primo fra tutti per l’impegno dimostrato da Sauer nell’urban renewal, nel recupero cioè di aree urbane degradate mediante il risanamento, ma soprattutto la sostituzione di edifici vecchi con nuove costruzioni senza cedere alla tentazione di facili mimetismi o di polemiche contrapposizioni.
Le aree urbane degradate sono numerosissime in Europa nelle grandi e piccole città: degradate per la patina e l’insulto che il tempo produce sulle cose come sugli esseri viventi, ma anche degradate per la perdita di quella identità che la cultura del luogo e la storia, recente o passata, hanno impresso all’insediamento. Il dibattito sugli interventi nella città costruita è oggi molto vivo e l’opera di Sauer fornisce un contributo importante, che ci auguriamo abbia anche ricadute operative, proprio per l’interpretazione soggettiva, ma mai arbitraria del contesto nel quale l’opera è inserita.
Secondariamente perché Sauer affronta il problema della residenza con atteggiamento profondamente laico, privo cioè da preconcetti ideologismi o formalismi, reticente com’è ad adottare segni alla moda o protagonismi da star system: non è un caso difatti che la critica americana non gli abbia elargito quei riconoscimenti pubblicistici che si meritava anche se già nel 1964, giovanissimo, vinceva il primo premio di " Progressive Architecture ". Va quindi all’autore Antonino Saggio il merito di aver proposto all’attenzione del pubblico questo architetto che affronta il problema della residenza con il piglio del ricercatore sociale ( dello street architect che indaga porta a porta la cultura dell’abitare ), ma poi progetta con l’amore di un etologo gli spazi della vita quotidiana, diversificandoli, articolandone le connessioni, le fonti di luce, gli affacci, soffermandosi sugli spazi interstiziali tra gli alloggi, i patii, i giardini, le scale: curando cioè appassionatamente tutto quello che fa di un alloggio una " casa ".
C’è in questa ricerca paziente un chiaro eco della cultura anglosassone, ma con quel qualcosa in più che Sauer deriva dalla lezione kahniana sull’essenza dell’opera architettonica e quindi sul " senso " dell’abitare che si traduce in chiarezza e trasparenza del linguaggio e in raffinatezza ed eleganza del disegno.
A fronte di una pubblicistica architettonica sempre più interessata ai problemi del segno urbano " originale ", anche quando il luogo non consentirebbe urli e grida, ma parole calibrate e sommesse, questo libro presenta una casistica insolita per la ricchezza quasi manualistica, di soluzioni residenziali inedite, sempre utili a sollecitare l’invenzione dei progettisti nell’ambito prevalente di case basse ad alta densità.
Una tipologia questa ingiustamente poco applicata in Italia sia nell’edilizia economico-popolare che in quella di mercato per un equivoco economico di fondo: quello cioè che miopicamente ha privilegiato, a parità di costi di urbanizzazione, l’edilizia alta, senza tener presente le difficoltà di manutenzione e di gestione delle aree cosiddette verdi e degli spazi collettivi, a tal punto degradati nella pratica, da rendere insediamenti come Corviale un insulto al vivere civile.
Sauer ci offre soluzioni pensate per una borghesia agiata americana che certamente non sono proponibili tali e quali da noi. Bisogna tuttavia notare che in quest’ultimo decennio l’omologazione dei comportamenti, dei bisogni e dei desideri caratterizza sempre di più la società italiana ancorché divisa in categorie di reddito assai distanti.
Superata la soglia dei bisogni primari la gente a tutti i livelli sociali esprime con grande chiarezza esigenze legate alla qualità della vita, al benessere psico-fisico, alla tranquillità e alla qualità dell’ambiente. Dalle più recenti ricerche sul campo compare difatti chiarissima una domanda generalizzata di alloggi caratterizzati dal rapporto diretto col verde, di ambienti fortemente individualizzati e carichi di valori affettivi, di stanze per lavori a domicilio, di garage attrezzati per hobbies, di spazi interni verdi protetti dai pericoli e dai rumori del traffico.
Una nuova domanda cioè di residenza, cui non possono dare risposta i " pacchetti " di alloggi sovrapposti ancora fedeli agli schemi distributivi elaborati cinquanta anni fa dal Movimento Moderno.
Ho parlato di manualistica e di organizzazioni distributive eccellenti: non vorrei con questo ingenerare l’equivoco che Sauer privilegi i contenuti a scapito della forma, la spazialità interna al recinto della maglia stradale a scapito della immagine urbana. E vero che esiste probabilmente nelle architetture di Sauer, come evidenzia molto bene Saggio, un diverso " trattamento " della pelle dell’edificio da quello del cuore, ma non in termini qualitativi. Camminando nelle strade di Philadelphia progettate da Penn nel XVII secolo gli interventi di Sauer emergono per la sapiente calibratura del gioco compositivo e la variata giocosità delle soluzioni che attraverso un complesso di regole intuitivamente definite interpretano la realtà contestuale, l’essenza stessa del campo d’azione.
Un libro quindi assai utile, ma anche piacevole e leggero perché propone un’architettura profondamente democratica che apre la mente agli individui, lascia spazio alla sensibilità estetica dell’utente e presuppone un cuore immaginante.
Paola Coppola Pignatelli
di Antonino Saggio
Nel recente dibattito architettonico italiano è sempre più vivo l’interesse per progetti e studi sul tema degli interventi nei centri storici o comunque nella città costruita. Le riviste specializzate pubblicano con grande risalto i progetti che in questo campo vengono proposti, e qualche volta realizzati, nei paesi Scandinavi, in Olanda e in Gran Bretagna. Ancora poco si conosce però di ciò che si è fatto negli Stati Uniti e degli architetti che in questo settore hanno operato.
Nell’ambito dei programmi di urban renewal promossi dal governo federale alla fine degli anni cinquanta la municipalità di Philadelphia iniziava una radicale opera di ristrutturazione dell’area di Society Hill. Il quartiere in meno di tre decenni è stato risanato completamente attraverso una complessa strategia che ha visto da una parte il recupero del tessuto urbano e degli edifici storici, dall’altra la costruzione di nuovi progetti.
L’operazione, diretta dalla Philadelphia Redevelopment Authority e coordinata dalla Planning Commission della città con a capo l’urbanista Edmund Bacon, ha coinvolto attraverso appalti concorso imprenditori privati e progettisti: si sono recuperati o costruiti in questo modo alcuni uffici, un certo numero di strutture commerciali e parcheggi ma soprattutto molte abitazioni. L’integrazione tra città preesistente e nuovi interventi ha migliorato la qualità dello spazio urbano tanto da trasformare un’area degradata in uno degli esempi di risanamento urbano più interessanti e riusciti a livello mondiale.
Louis Sauer è l’architetto che ha operato a Society Hill con maggior continuità. Nel quartiere egli ha realizzato un centro commerciale e numerose residenze, adottando per la prima volta su larga scala la strategia del low rise — high density (case basse ad alta densità residenziale ).
Il suo lavoro è risultato decisivo per il recupero del quartiere perché ha valorizzato il contesto urbano con soluzioni innovative che hanno costituito un innegabile punto di riferimento per gli interventi successivi.
L’attività di Sauer ha segnato una tappa significativa della architettura americana recente. Sono esemplari la varietà e ricchezza delle soluzioni residenziali adottate, la modernità delle forme, il rapporto intelligente con la storia dei luoghi, la capacità di interpretare progettualmente i temi offerti dalle diverse scale urbane e l’originalità della posizione culturale e professionale tesa alla definizione concreta del ruolo dell’architetto nei processi reali di trasformazione dell’ambiente.
Nella prima parte del libro vengono sintetizzati i temi più importanti della ricerca architettonica di Sauer mentre nella seconda sono presentati in dettaglio gli aspetti progettuali che hanno caratterizzato i diversi interventi dell'architetto a Society Hill.
Agli aspetti del suo lavoro che possono stimolare gli interventi nelle nostre città sono dedicati, infine, gli ultimi capitoli del libro: mi auguro che la diffusione e la conoscenza di questi progetti possa contribuire a far affermare nella cultura e nella società italiana l'impegno verso il rinnovamento della città costruita e dell'ambiente urbano.
Roma, ottobre 1987
Ringraziamenti
Sono stato presentato a Louis Sauer da Giancarlo Guarda nel 1982 e ben presto ho iniziato a pensare ad un lavoro che lo facesse conoscere in Italia. Ho raccolto e verificato con Sauer materiali e informazioni prima a Pittsburgh, nel 1984, successivamente per corrispondenza, ed infine nel novembre del 1986, a Boulder Colorado, e nel maggio 1987, a Roma, quando Sauer ha tenuto una conferenza presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana.
Omer Akin, direttore del Department of Architecture della Carnegie-Mellon University, mi ha dato l'opportunità di lavorare con Sauer come Teaching Assistant e Adjunct Instructor, la Commissione per gli Scambi Culturali tra l'Italia e gli Stati Uniti, il Ministero della Pubblica Istruzione e l' Italian Student Loan Fund mi hanno fornito ? in diversi momenti ? i mezzi finanziari per sostenere la ricerca.
Carlo Melograni, Donatella Orazi, Luigi Gazzola, Vieri Quilici, Ruggero Lenci e Milena Guarda hanno letto la prima stesura di questo libro e con le loro osservazioni mi hanno aiutato a riflettere a fondo sui vari aspetti delle problematiche presentate.
Paola Coppola Pignatelli, infine, ha creduto nel lavoro fin dall'inizio dandomi la fiducia e l'entusiasmo per portarlo a termine.
Se il lettore
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