Corso di Progettazione Architettonica Assistita

Prima Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Università La Sapienza -Roma

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III Ciclo:  La stratificazione e le sovrapposizioni | Il Mondo dei vettori. Geometrie e layer.

Lezione 12
8 05.06
 

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ENTRO Martedi 11 Maggio o 16 maggio Vai alla pagina con dettagli >>>>
 

Leggere e commentare (partendo da una frase del testo) L'articolo

Leggisu Gomorra Coffe Break Lo scritto "Affioramenti dal Basso" (su una interpretazione dei Layer oltre il paradigma meccanico)

opzionale
Leggiper una Interpretazione Psicologica dei Layers

C:Vector/Line a1 c9 (su uno spazio mappato su due dimensioni X Y indico "entità")
 

1. Leonardo 2.
Secondo fondamentale quesito. Come faccio a trasmettere un disegno a distanza se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi fisici (cioè inviandolo manualmente). Come faccio cioè effettivamente a "trasmetterlo" se voglio trovare un sistema efficiente, più rapido, meno scemo del precedente.? Come si risponde a questa domanda?
Ecco un modo.
 
 
2. Una volta capito questo.
A. La selezione non è più per "Porzioni di Schermo", ma per elementi, nominati e nominabili.
B. A questi elementi si può accoppiare una trasformazione "intelligente": scala, duplica; distorci parametricamente che ne conserva la natura "originaria"
C. Oppure trasformazioni che ne "elevano" o "diminuiscano" la natura originaria.
D. Moltissime organizzazioni degli elementi hanno a che vedere con l'accoppiamento ad un dato AlfaNumerico (A&N). Le vedremo più in là.
E. Altre hanno a che vedere con "organizzazioni" congrue di dati "semanticamente rilevanti". Uno dei più noti e utili sono i layer. E allora cerchiamo di Capire.
F. "Organizzare i layer" è come scrivere un romanzo.

San Clemente Roma

Musei Capitolini


 
 




Layers

nietniet
 
 

"Humpty Dumpty sat on a wall, Humpty Dumpty had a great fall, all the King's horses and all the Kings's man couldn't put Humpty Dumpty (in his place) together again"
Lewis Carrol


"Architecture and its double"
Jose' Luis Gonzales Cobelo
 El Croquis Daniel Libeskind n. 80
 

Eisenman
 

Eisenman Cannaregio

Paolo Invidia 2004 <paolo.invidia@fastwebnet.it>Eisenman La villette

Tschumi La villette


 


 

Koolhaas
villette


 

Daniel Libeskind
 
 


Approfondimenti

Layer e Pixel di Rosetta Angelini 2006

riflettendo sulle ultime lezioni: lo schermo - pixel ed i layer - vettori, e sul lavoro di Giovanni Vaccarini come già hai anticipato sul tuo sito riguardo il concetto di una interpretazione intelligente di alcuni temi dei nostri tempi, ho cercato di capire meglio come Giovanni nella sua architettura utilizzi il mondo dei  raster e quello dei layer. Bè, intanto li utilizza entrambi soprattutto nella composizione dei prospetti. C'è come dire un primo livello: i pixel, lo schermo, costituito da una superficie trattata o con un rivestimento di pietra che fa vibrare le superfici oppure di vetro in modo da creare effetti di trasparenza e semitrasparenza, opacità e chiaroscuri.
Mentre, il livello dei layer emerge attraverso gli elementi aggettanti, sporgenti, attraverso gli elementi schermanti che oltre ad avere una funzione di protezione dal sole diventano gli elementi che connotano in maniera decisiva i suoi edifici, sono l'elemento che li caratterizza, che li IDENTIFICA.
Non direi che i due mondi siano sovrapposti, parlerei più di complicità, di dialogo, poichè si ESALTANO a vicenda.


Maria Ragosta 2006
  http://digilander.libero.it/mary.rag/CommentoAffioramenti.html

“…nonostante il tema del risarcimento e della iniezione di naturalità, non si tratta in nessun caso di fare un "Parco" ma bensì, appunto "nuovi brani di città".”

“Nuovi brani di città”…l’altra faccia delle brown areas, ovvero ciò che esse potrebbero/possono diventare dopo un progetto di recupero; Il brutto anatroccolo che diventa un cigno.
“Nuovi brani di città”…non esiste formula migliore per esprimere come sia effettivamente possibile restituire alla città e ai cittadini ciò che legittimamente spetta loro: aree residuali, zone degradate, vuoti urbani trasformati in pezzi unici.
Tutto questo è possibile e qui permettetemi una lunga parentesi: Gehry fa esattamente questo, quando sceglie il sito su cui realizzare il suo Guggenheim Museum; restituisce alla città un pezzo che si era distaccato. Sceglie la zona industriale di Bilbao, una periferia degradata e in parte abbandonata, attraversata dallo stesso fiume che attraversa Bilbao, e allora perché non darle il valore che merita? Ora grazie al Museo di Gehry quella stessa periferia non è abbandonata, né dimenticata, anzi è attiva a livello sociale ed è ben presente nella memoria di molti, è un simbolo. Simbolo di cosa? Di tante cose: è il simbolo della poetica di un architetto, il simbolo dell’epoca delle Informazioni, è il simbolo del riuso del territorio, ma in questo contesto mi sento di dire che è il simbolo della rinascita di un luogo. Il Guggenheim Museum “AFFIORA” eccome dal flusso fluviale (permettetemi l’assonanza) in cui è sito e annoda tra loro diversi layer: il fiume stesso, lo strato industriale, il nuovo strato sociale di flussi di persone che il museo attira. Possiamo pensare che il museo stesso sia fatto di strati tridimensionali che si avvinghiano l’un l’altro.
Ma torniamo in Italia, e pensiamo ad esempio alla zona “Lungotevere delle Idrovore” a Roma: attività commerciali e strade in stato di abbandono e degrado, vegetazione fluviale “disordinata”, Non credete che quest’area, così come molte altre di Roma, debba rinascere? E non credete che possa farlo allo stesso modo della periferia di Bilbao. I requisiti li ha tutti, ha persino il fiume... D’altronde non esiste solo Via del Corso…
Tornando alla frase tratta dal commento, non si tratta di realizzare un parco qui, ma di ridare vita a questi ambiti, renderli di nuovo protagonisti della vita cittadina. Come? Intervenendo su diversi livelli, stratificando l’area in base alle varie attività che si svolgono qui e nei dintorni, studiando i flussi che ogni giorno si muovono da e verso questa zona. Infatti, così come ha fatto il tevere nei secoli, poco distante da là, che ha deviato il suo flusso per un tratto, tagliandone fuori un pezzo, allo stesso modo la vita cittadina, le attività sociali tagliano fuori dalla città i vuoti urbani, Le aree dimesse come questa, Ma il modo per reintegrare questi vuoti alla vita cittadina esiste. Bisogna allora deviare i flussi di automobili, persone, informazioni verso quest’area che è stata tagliata fuori dal vortice.
E qui interviene la mano dell’architetto, anzi più che la mano, la sua immancabile sensibilità. Consapevole delle attitudini umane, dei bisogni e delle necessità di tutti, può ridare vita a questo luogo iniettando fasce e strati che si trasformano: il verde delle aree ludiche si può trasformare in aree con belvedere, e ancora si possono inserire tappeti espositivi all’aperto, percorsi aperti che entrano in spazi chiusi per lo sport,

In seguito sono riportati dei progetti d’intervento dell’ONL Team, gruppo di architetti capeggiato da Oosterhuis. Mi sembrano ottimi esempi di interventi che in molti casi possono ridare vita ad aree degradate.

LO SCHIZZO è IL PRIMO LAYER?
 

Dopo la lezione dei layer e dopo aver letto gli articoli di to do, ho cercato di vedere il concetto di stratificazione in un altro modo. Per me questo concetto nella progettazione, ci ha accompagnato dal primo momento che siamo entrati a fare i nostri progetti. La prima stratificazione è stata quella di passare tramite diversi schizzi in scale diverse per tornare di volta in volta sul primo schizzo da cui prendeva spunto il nostro progetto e per fare in modo di non perdere l'idea iniziale. Ma entrando dentro il concetto della stratificazione in Architettura ho capito che la cosa è molto più profonda e prende in se un mondo intero, si può dire tutto quello che ci circonda e che é reale e tutto quello che non si vede e che entra sia nel mondo dell' invisibile, sia nel mondo dell'astratto.

Io penso che quando si parla di stratificazione, questa è una parola che accomuna tutto quello che ci circonda e tutto quello di cui siamo fatti. Cosi come noi stessi siamo complessi e abbiamo bisogno di vari confronti nella vita, la stessa cosa succede in tutti gli altri sistemi.
Architetto è il regista del mondo del costruito, lui ha il dovere di mettere insieme tanti campi diversi e soppratutto saper gestire tutto questo, con lo stesso sistema e logica che si parlava dei layer. La stratificazione in architettura per me significa mettere insieme varie discipline sociali e artistiche. Oggi come mai più le scenografie, gli allestimenti permettono al architetto di fare il regista di un spettacolo vivente urbano.
Gli spazi e gli volumi di oggi sono definiti da una rete invisibile di onde, fibre e flussi tecnologici, gli alberi diventano volume e fanno il gioco del pieno e del vuoto. Sembra che tutto cerca di prendere una definizione infinita dello spazio, ma senza accorgene lo spazio in cui viviamo e definito dai pannelli e sistemi invisibili, come succede nei sistemi di comunicazione dei computer.

Emiljana Xherrai



 

KK Klee e Koolhaas e molto altro

di Roberto Sommatino  VAI

Highlayers & bylayers

           A parte l'incredibile somiglianza (a prima vista) con certe immagini degli schemi del progetto di Koolhaas per La Villette, in "Highways & byways" di Klee, del 1929, credo siano ravvisabili spunti  interessanti sull'organizzazione dello spazio per layer. Il titolo ci porta apparentemente e volontariamente sulla "cattiva strada" per svelarci dopo un po' il suo senso ironico e paradossale.  .......

segue nel sito con molte Immagini

 VAI


Di paolo diociaiuti : Psicologia, layer e affioramenti: bello

Vai http://spazioweb.inwind.it/paolo_diociaiuti/(p)assaggi/passaggi/passaggiod/suaffioramenti.htm



I layer dalla chimica alle molecole dell'acqua

di Antonia Marmo

....in chimica da un singolo atomo si possono creare tantissimi aggregati di atomi dette molecole. Ma la struttura molecolare, e anche la sua forma, è influenzata dal tipo di legame che si è instaurato tra i singoli atomi della molecola, che a sua volta influenza la struttura e la geometria tra le molecole stesse e quindi di tutto il reticolo cristallino. Questo tipo di legami non è fisso, prevedibile e non è strutturato a priori ma molto flessibile, ....

Vai
 


Ancora sui  lAyer Uno

Layer come Visione anche verticale


 

 

Approfondimenti a cura degli Studenti
Stratificazione

Marco Francioni 2004
Marco Francioni <m.francioni@fastwebnet.it>


se ci pensiamo bene noi creiamo layers, con un cervello fatto di layers.
Sembra strano, ma e' proprio così. Gli "organi" del nostro computer devono le loro ridotte dimensioni e  le loro capacità alla rivoluzione apportata dal sistema di stratificazione di lastre microscopiche in silicio.  Il cervello del nostro computer infatti "vive" ed elabora grazie ad  una quantità numerosa di  sovrapposizioni di layers.
Interessante è vedere come avviene il processo per la produzione del circuito intergrato; questo prevede che ciascun strato del circuito venga inciso separatamente sulla superficie del "wafer? di silicio. Questa tecnica è molto simile a quella adoperata nella stampa delle illustrazioni a colori. In primo luogo, viene eseguita una OEselezione? dei colori della fotografia, scomponendola in quattro diverse lastre (tre colori più il nero), I quattro colori sono poi stampati sovrapponendo con precisione le selezioni?.
Il processo per la fabbricazione del chip utilizza strati di silicio "drogato? ed altri materiali al posto dell?inchiostro, ma la procedura necessaria è molto più complicata di quella usata per la stampa delle "quadricromie?. L?illustrazione riportata qui in basso, mostra come le singole "maschere", ciascuna relativa ad uno strato del circuito, vengono sovrapposte in sequenza, al fine di costruire il microcircuito: in questo caso si tratta di un semplicissimo circuito transistorizzato, ovviamente molto più semplice di un processore, ma basato sullo stesso principio.


 

On 9-04-2003 1:23, "Salvatorluca Tallaro" <lucakr@tiscali.it> wrote:

> Le invio il link ad una delle tantissime pagine web dedicate a Fernandez Arman. Si tratta di un autore contemporaneo che conosco da tempo e che basa la propria ricerca su una tecnica da lui stesso definita accumulazione. Mi sembra interessante per due ordini di motivi: il primo riguarda la prevalenza della composizione sui singoli elementi (tubetti, pennelli, violini affettati) accumulati e incollati sulle tele. Il secondo riguarda il tema dei layers, della stratificazione, ed in particolare l'evidente contrapposizione alla bidimensionalità delle composizioni di Mondrian di cui parlavamo durante l'ultima lezione. Approfondirò il tema appena avrò più tempo

http://www.bugnoartgallery.it/GLI_ARTISTI_-_THE_ARTISTS/ARMAN/arman.htm


Commento affioramenti, Laboratorio di Urbanistica

[...] "E finalmente parliamo del soggetto del mio progetto: il Fiume Tevere. Esclusi i mercati generali, tutto il resto, tutte le zone studiate finora hanno un'unica cosa in comune, il Tevere, che un secolo fa era utilizzato per i trasporti di materie prime e dei prodotti finiti, da sempre il fiume è stato un protagonista fondamentale per i centri industriali, soprattutto nell'Ottocento, proprio in questo periodo la città si allungava verso sud creando sulla Via Ostiense un polo di primissima importanza. Questo fiume rappresenta oggi una risorsa inutilizzata sicuramente difficile da gestire, molto più di una ex fabbrica di sapone, ma con potenzialità di tutt'altra grandezza. Lo stesso nuovo piano ne riconosce e riafferma il forte valore strategico costituendone uno dei punti di massima importanza. Ancora una volta queste vaste aree così compromesse da situazioni di abuso, di degrado, di abbandono, possono diventare opportunità uniche per la città di recuperare spazi verdi aperti, dare una qualità ai quartieri circostanti, e al sistema ambientare del Tevere tutto, di altissimo livello. I motori di questa trasformazione saranno appunto da una parte queste aree ex industriali che hanno già un valore di per se solo perché sono grandi zone libere dentro la città, dei buchi che aspettano di essere riutilizzati; d'altra parte forti soggetti privati che se ne vogliono appropriare e non ultimi tutti quei potenziali soggetti minori che fino ad oggi hanno sfruttato la disattenzione degli organi competenti verso le aree vicine al fiume e che una volta ridestata l'attenzione alla situazione ambientale nel suo complesso hanno tutti gli interessi a regolarizzare la propria situazione. Quindi anch'essi possono essere stimolati all'acquisizione di queste aree libere."

Alessandro Silvestri 03
 

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Vincenzo Tattolo 03

Il link all' approfondimento sui layer (layer e composizione musicale) e non tralasci l'ascolto dei sample musicali http://members.xoom.virgilio.it/_XOOM/tattolo_v/diario_di_bordo/lez_09/layer-linea.htm