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Ascolta l'audio della lezione Parte a, Parte b
I Ciclo: L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea. Il World Wide Web
Quinta Lezione:
Catalizzatore
Pertinente Acuto
e Soprattutto Corretto vai
In Architettura La rivoluzione dell'oggetto
Bauhaus come esempio
TIPOLOGIA
Prima la tipologia e poi le funzioni Prima le funzioni e poi la tipologiaCOSTRUZIONE DELLA CITTA' E DELLO SPAZIO
Edifici inseriti in una griglia predefinita
COSTRUZIONE
Struttura portante continua Struttura portante per punti e maggiore flessibilitàProgrammi d'uso
Gli edifici si differenziano funzionalmente e tipologicamente tra di loro: chiesa, scuola, casa...VISIONE
Basata sulla prospettiva e sul proporzionamento Basata su meccanismi che si muovono con sistemi di assemblaggio frammentati e dinamici (cubismo, neoplasticismo)DIFFERENZIAZIONE DEI SAPERI
Ingegnere/architetto
Il Cambiamento di tutti i parametri e la trasparenza
Fagus di Gropius 1910-1914
Programma; costruzione, concetto urbano, froma visione, simbolismo comunicazione, concetto di progetto; Catalizzatore.
Vi è un errore in questo chart o meglio una inversione rispetto a quelo del paradigma rinascimentale. Quale è?
In questa lezione, che è quella che conclude il primo ciclo "L'impatto dell'informatico nella città e nella ricerca architettonica contemporanea" affronteremo in termini architettonici specifci i temi affrontati in questa edificio chiave.
1. Superamento dello schema morfologico per blocchi e vie per una libera conquista dello spazio
2. Il movimento meccanico "come una biella" - Giulio Carlo Argan - conquista lo spazio
3. L'oggetto frammentario (paesaggio contemporaneo) si propone come strategia della visione. Diventa valore. La relatività einsteiniana è una pseudogiustificazione critica (oggettivo nella critica?). Ma oggi è una strada morta.
VediFilM Metropolis 1925 di Fritz Lang
4. Il neoplasticismo si e no
5. La logica delle funzioni
6. La rispondenza esterno/interno "oggettiva"
7. L'estetica dell'oggettività:
To DO:
A; Leggi Nuove Sostanze. Manifesto della rivoluzione informatica
B. Estrapola un punto del testo e citalo in apertura del tuo testo
C. Approfondisci commenta e sviluppa
D. Pubblica il tuo approfondimento nella tua home page
E. Invia "il link" a Saggio, De Luca, Di Raimo, Angelini ENTRO MARTEDI 10 APRILE 2005 ore 9
Approfondimenti a cura degli Studenti
Eco sostenibilità
Stefania gori 2006
L'opera, di cui durante la spiegazione del mio autoritratto non ricordavo il nome, e che secondo me è avvicinabile per alcuni aspetti ai lavori del Rural Studio è: la casa di S. Wigglesworth e J. Till, in DOMUS n° 843, Dicembre 2001, pag.64-75. E' una residenza che coniuga eco-sostenibilità ed il riciclaggio dei rifiuti costituiti dai materiali da costruzione.
Marta Moccia 2006
Leggi tutto>> http://digilander.libero.it/marta_moccia/
Vuoto Metrico sì, ma digitale
Maria Ragosta 2006 <maria.ragosta@lycos.it>
http://digilander.libero.it/mary.rag/commentoaNuoveSostanze.html
"È permeata con forza in questi ultimi dieci-quindici anni una concezione spaziale che ha come motore un'idea concertata di interno-esterno che fa dello spazio pubblico un elemento altrettanto fondamentale dell'architettura. A volte abbiamo parlato di vuotometrico: l'architettura è fatta di concerto con lo spazio che conforma, la vita interna si travasa con naturalezza in quella esterna. (...) Interno ed esterno sono annullati come entità distinte in un flusso continuo che vorticosamente ruota su stesso."
Immaginiamo di graficizzare i flussi di persone che ogni giorno sono in movimento nelle città del mondo; per quanto sia impossibile, l'idea-immagine che si forma nelle nostre menti è quella di una serie di blob di colori continuamente variabili che si muovono fluidamente lungo le strade, che fluidamente entrano negli edifici e ne escono nuovamente. L'idea di fluidi in movimento descrive perfettamente lo stretto rapporto che c'è tra gli spazi pubblici o privati interni degli edifici e il resto della città, ovvero gli spazi pubblici esterni. Non si può fare a meno di pensare allo spazio architettonico come la fusione, la continuazione fluida di uno spazio aperto-chiuso-aperto. Uno stesso edificio può essere costituito da spazi chiusi che improvvisamente si aprono per poi richiudersi in se stessi. La città non è semplicemente un tessuto in cui strade si incrociano formando lotti sui quali vengono realizzati gli edifici. La città è un'entità più complessa, in cui le strade, i corridoi esterni entrano negli edifici diventando corridoi interni, distribuendo continuamente i flussi di persone. Una delle innovazioni introdotte dalla Information Technology riguarda proprio la concezione di spazio; esso non è più inteso solo ad un livello fisico-materico, ma astratto, in una parola virtuale. E' lo spazio di Internet, è lo spazio globale. E' dunque limitativo oggi pensare al binomio interno-esterno, dal momento che l'interno può essere collegato con un mondo esterno anche lontano migliaia di chilometri, senza limiti spaziali. Oggi la maggior parte degli edifici pubblici e privati ha una rete di connessione ad Internet. Questa innovazione se da un lato permette di non avere limiti all'informazione e alla comunicazione, dall'altro può in un certo senso sciogliere il legame fluido interno-esterno, perchè a volte le persone tendono a cercare sempre più lontano dalla propria città lo spazio esterno ideale, sicuramente perchè non riescono a vivere quotidianamente il loro. L'Information technology qui interviene di nuovo e lo spazio esterno ottiene il suo riscatto grazie alla tecnologica wireless di collegamento ad Internet; in questo modo l'interno e l'esterno si fondono di nuovo. Ovviamente non è Internet la parola d'ordine del concetto contemporaneo di spazio architettonico. E' però vero che essendo concentrata in tutti i prodotti della società contemporanea una percentuale elevatissima di informazione, ed essendo dunque il terziario quasi sostituitosi al settore primario, è palese come lo spazio architettonico debba permeare di una superficie che va al di là delle pareti architettoniche. Dunque proprio il concetto di società continuamente in movimento e continuamente, tecnologicamente, informata deve guidarci verso una progettazione architettonica che generi uno spazio in grado di districarsi nei corridoi della città trasformandosi continuamente.
Due Guggenheim a Confronto
di Alberto Lelli 2006 leggi >
.. a legare in una passeggiata il cielo con l’acqua, calata nella “città dove l’architettura non esiste”, “ideale … per l'architettura dell'era della macchina … nell'immagine dell'albero”. (F.L.W.) ...
Urbanscape dal
Perù Machu Picchu a Nuove sostanze
di Lorenzo Mastroianni
2004
"Oggi lo sviluppo scientifico e tecnologico e le comunicazioni tra i popoli consentono il miglioramento delle condizioni locali e offrono maggiori possibilità di risolvere i problemi urbani ed edilizi. Il cattivo uso di queste possibilità porta spesso ad adottare materiali, tecniche e forme dettati dalla moda o da un'intellettualistica inclinazione alla complessità". [Zevi 1977]
"Il tema di fondo di questo scritto è che il rinnovamento dell'architettura che stiamo vivendo in questi ultimi anni e in cui questa rivista si inserisce, non è solo un fatto di gusto, di moda, di linguaggio ma che stanno affermandosi, appunto, nuove sostanze e con esse nuove crisi ed opportunità".[Saggio 2000]
Sono partito da questo botta e risposta tra ciò che è scritto al nono punto della Carta di Macchu Picchu, sottoscritta il 12 dicembre del '77, a conclusione del convegno internazionale svoltosi a Lima e a Cuzco in Perù, e redatta da Bruno Zevi e l'incipit del testo Nuove Sostanze del Prof. Antonino Saggio . Entrambi i testi hanno insito (in quello di Saggio in maniera esplicita) un postulato: "Quel che a noi importa non è il "che cosa" ma unicamente e solo il "come"" [Mies Van der Rohe]. E' proprio su questa ricerca che Saggio sviluppa il suo scritto volgendo lo sguardo al paesaggio, alla comunicazione, all'iperfunzionalità, allo spazio sistema e alla rivoluzione informatica.
Nuove sostanze
hanno bisogno di nuovi luoghi...
o ancora nuovi
luoghi e situazioni e modi di vivere contribuiscono a creare nuove architetture
fatte di nuove sostanze...
Nuovi luoghi sono soprattutto le piazze, non le piazze dei nostri nonni, in cui si andava a piedi, per caso, passeggiando, per essere spettatori della vita che girava intorno, diventando a propria volta attori. Quelle piazze, o almeno la maggior parte di esse, sono ora solo un nodo viario, di chi passa senza fermarsi, o si ferma per parcheggiare, per poi recarsi in quelle che sono oggi le nuove piazze: centro commerciale, multisala, centro polisportivo, stazione ...; qui ci si incontra solo se ci si è dati un appuntamento, e se si ha qualcosa da fare: shopping, film, sport, viaggio ..., in pratica i nuovi culti, catalizzatori delle relazioni sociali, che hanno bisogno di nuove cattedrali.
Nuovi nomi: si rompe il legame tra oggetto/funzione/forma/nome... se lo zoning non esiste più, scompaiono i nomi con cui si descrivevano le zone omogenee. Come definire un edificio che parte alcuni piani al di sotto del suolo, iniziando come stazione e parcheggio, ma che, man mano che sale contiene, uno spazio per informazioni, un accesso sotterraneo che porta direttamente all'ingresso di un teatro, e che nel percorso ci mostra in una teca i frammenti fittili rinvenuti durante il cantiere, e poi negozi, ristoranti, uffici, poliambulatorio, e perché no, sul terrazzo un campo di calcio ed un eliporto?
Continua nel
sito di Maria Valentina Cortinovis 2003 VAi http://mvcortinovis.interfree.it/
vai http://members.xoom.virgilio.it/fr_lai/pagina3.htm
SHOPPING MALL
I NUOVI CONTESTI PERFORMATIVI DEL CONSUMO
di Massimo Canevacci ( 1997 Attraversamenti, Milano-Genova,
Costa &
Nolan)
(...)Gli shopping center esprimono al massimo l'ambiguità
odierna
pubblico/privato. Sono un formidabile indicatore del
mutamento verso un
consumo visuale, verso un nesso, merce/consumer di tipo
performativo.
Dissezionarli significa penetrare dentro le interiora
della postmodernità.
Gli shopping centers sono i luoghi pubblici che dissolvono
il concetto di
pubblico e lo trasformano in attore spettatore: parte
in audience, parte in
performer. (...)
Negli shopping centers non c'è più
pubblico: tale concetto apparteneva alla
piazza, donde la nostalgia verso questo luogo della modernità
che fondava le
relazioni sociali e la politica. (...)
La piazza, il teatro, la fabbrica: sono tutti elementi
strutturali che hanno
dato senso e visibilità, conflitto e passione
ad un'era -quella moderna- che
si è dissolta nell'aria, o nell'etere.(...)
Lo shopping è il cuneo che si è insinuato
dentro queste pieghe.
le teorie classiche dell'economia, infatti, affermavano
essere il lavoro a
produrre valore. Ma qui e ora il problema è il
consumo. Il problema della
nuova economia si concentra nel consumo e nella comunicazione
e assume i
contorni inquietanti ma mobili dei mall.(...). Ciò
implica il passaggio dal
rapporto macchine/grande industria, al rapporto consumo/comunicazione.
Metropoli come flusso comunicazionale senza confini..
(...)Lo shopping caratterizza la città post-industriale
come la fabbrica
caratterizzava la città industriale. L'ideazione
e la progettazione delle
nuove forme della metropoli sono politica. L'architettura
assurge a un
livello di politicità come mai nel passato. Il
nesso politico è semiotico:
Architettura tra funzione simbolo e segno.(...)
Quando forme diversificate di consumo si assemblano dentro
un unico spazio
panoramico, il megacenter, quest'ultimo produce tempo
libero; produce e
scambia comunicazione; produce, scambia e diffonde cultura;
produce,
scambia, diffonde e incorpora emozioni.
Andrea di Laurenzio
2003 andreo@tiscali.it
anche
sotto l'influenza di una programmazione controllata spesso nel campo infrastrutturale
vengono soddisfatti aspetti prettamente funzionali come il controllo di
pendenze, verifica di larghezza di sezioni stradali, componenti per la
sicurezza, dimensionamento delle strutture portanti, che loro malgrado
trasformano il paesaggio ma soprattutto sono generatori di spazi definiti
di risulta, poichè ignorati a priori nel progetto. ecco dove si
spinge la stratificazione della città, il tentativo della pianificazione
di viaggiare sullo stesso vagone della evoluzione di una società
quando invece di esserne promotore o indicatore, si accontenta di alleviare
le pene di un passato inadeguato. la storia, che prima ci insegnava a rinnegare
il nostro passato prossimo, ora ci aiuta a riconoscere i valori e soprattutto
le potenzialità che ci sono state lasciate. accettiamo questi lasciti
per guardare attraverso i layers sovrapposti per scoprire o inventare nuove
direzioni per l'architettura. un viaggio introspettivo in una dimensione
che abbiamo chiamato in between proprio per il suo stare tra realtà
che a volte non sono neanche in relazione ma ciononostante condizionano
il nostro modo di vivere. Continua Su
http://www.geocities.com/andreo_dila/corso.html
La definizione stessa di sostanza ci aiuta a capire come
l'avvento dell'informatica cambi completamente lo scenario dell'architettura.La
sostanza è "l'essenza o il principio permanente di per sè,al
di là di ogni mutamento o divenire".Ma il mutamento portato dall'informatica
oggi e dalla macchina nella rivoluzione industriale,è talmente forte
da stravolgere e riazzerare tutto, tanto da mettere in CRISI la SOSTANZA
e a farne nascere di nuove.Una delle sostanze fondamentali mutate riguarda
la comunicazione. Ci sono nuove esigenze comunicative espresse mediante
messaggi narrativi:"Il momento comunicativo <..> può essere una
narrazione che pervade l'essenza stessa dell'edificio e si connatura intimamente
nelle sue fibre".A proposito di ciò, il ciclo "Coltivatori della
mente", mi fa pensare ad una installazione video dell'Elastic Group per
le arcate degli ottocenteschi ex granai di Firenze denominata Eye recorder
: "una serie di occhi notturni ingigantiti diventano un organismo vivo
che osserva controlla registra dati, immagini, esperienze. Lo spettatore
diventa l'opera creata dallo sguardo della videocreatura". La clip presentataci
ci mostra in una determinata sequenza questa immagine:
Segue Qui
http://web.tiscali.it/arch_er/1_remark_nuove%20sostanze.htm
Michele Lisena 03
Quindi la nostra è una sfida che si gioca e si giocherà tutta nella progettazione e nel ripensamento degli spazi interstiziali delle nostre città. Ma come le "italiche" città risponderanno a questa sfida? E' difficile pensare ad una architettura, vista come "ferraglia contorta" che spaventa, che si insinua nelle maglie dell'esistente e del preesistente delle nostre antiche città , che intende "utilizzare" e "rilanciare" gli oggetti preesistenti e naturalmente antichi con conseguenze, su questi ultimi, inevitabilmente e profondamente, drammatiche. E come questa nuova sfida intenderà fare i conti con la cultura del "Restauro"?
Continua qui
http://web.tiscali.it/michele.lisena/NuoveSostanze.htm
Salvatorluca Tallaro 03
Vai http://members.xoom.virgilio.it/web_lab/logbook.htm
Divagazioni Antiaccademiche
Federico Pitzalis 03
Vai http://web.tiscali.it/fellis/nuove%20sostanze.html
Sequ qui http://members.xoom.virgilio.it/dominellicoo/comment.jpg
Informazione
Natura o della Mimosa Pudica
Luca Biagini
03
"L'uomo della civiltà post-industriale ed elettronica può rifare i conti con la natura (...) diventata molto più complessa (...) sondata anche dagli architetti con occhio antiromantico attraverso i formalismi nuovi della scienza contemporanea."
- Si parla di
architettura e morfogenesi, architettura e bioingegneria, architettura
e natura nei suoi contenuti più viscerali.
- Teorie nate
dalla biologia e tradotte in equazioni non lineari permettono lo sviluppo
di superfici complesse.
- L'informazione,
fattasi architettura, codifica le nuove modalità di un ritrovato
rapporto uomo-natura.
Perché allora non partire dall' "informazione-natura"per esperire nuove sensazioni e suggestioni tra uomo e architettura?
Cito un esempio ludico: quello della "mimosa pudica" (nota nell'ambiente botanico con il nome di mimosa sensitiva), capace di interagire con l'ambiente esterno in quanto dotata di movimenti fotonastici (legati alla luce)e seismonastici (dovuti a stimoli esterni).
Se il carattere della "mimosa pudica" entrasse nelle viscere "dell'architettura dell'informazione"sviluppandone gli aspetti sensoriali e facilitando l'interazione con l'uomo?
http://members.xoom.virgilio.it/lucabiagini/commenti/nuovesostanze.htm
In questo nuovo sistema architettonico si perde completamente l'idea della triade archetipa di basamento elevazione e coronamento che tendono dunque a fondersi in un'immagine architettonica diversa e completamente nuova. Risulta difficile riuscire a distinguere le categorie tradizionali di interno ? esterno, destra ? sinistra, sopra ? sotto e pensare ad una costruzione organica in cui ci sia "l'idea dello spazio interno come motore dell'architettura".
In questo contesto l'architettura deve ridefinire la propria identità ripartendo proprio dalla sua negazione; se pensiamo che il concetto base dell'architettura fino ad ora sia il "costruito", di conseguenza si dovrà partire proprio dal "non costruito" e basare dunque l'architettura presente e futura proprio su tale concetto.
Segue http://members.xoom.virgilio.it/ale_kki/nuovesostanze.htm
Alessandro Casciotti 03
... coloro che ne hanno viste così tante da non avere più
voglia di imparare qualcosa di nuovo, stanchi di lottare per essere al
passo, demonizzano la nuova travolgente architettura, a volte senza essersi
troppo sforzati per comprenderla. Ma quando il potere sarà nelle
mani delle nuove generazioni, svezzate a base di antichi saperi e circondate
da input stravolgenti, tutto ciò sarà la norma ancora una
volta, mentre intorno a loro qualcuno disegnerà astronavi in pelle
di canguro.
Gli schemi, i tipi cambiano, ma sempre e comunque producono messaggi
più o meno interpretabili dai visitatori, a seconda della volontà
di chi progetta. Il senso di sicurezza trasmesso da un edificio costruito
in modo comprensibile nelle sue funzioni e nei suoi spazi, riflette le
aspettative di una generazione che cerca stabilità, ma ben presto
ci si annoia anche di questo, e si cercano nuovi stimoli. Si vuole essere
sorpresi, scoprire a poco a poco, e ogni volta rimanere abbagliati. Il
"sensazionale" nel senso di stimolazione di più sensi contemporaneamente
diviene centro di nuove ricerche.
Non esistendo questa volta un vocabolario in grado di tradurre gli
spazi dell'architettura, la comprensione rimane per un numero limitato
di fruitori, mentre la massa si aggira specchiandosi compiaciuta nelle
pareti del Guggeneim, percependo che qualcosa di strano è avvenuto,
ma cosa? Però è divertente, stimolante e lascia addosso una
sensazione...
La logica è forse quella pubblicitaria "edificio manifesto di
se stesso" ( d'altra parte si tratta di leggi dell'economia: probabilmente
nel fare il bilancio finanziario i promotori avranno fatto un calcolo del
tipo: +sensazionale = + turismo). Il punto è proprio questo: una
logica c'é. Non come sostengono i più retrogradi che si chiedono
che bisogno c'è di tutto questo, quando per secoli i modelli tradizionali
hanno funzionato benissimo.
michela de licio
"Insomma bisogna vedere "che" comunicazione si vuole e noi crediamo che si possa perseguire non solo la celebrazione bolsa del potere, politico o economico, magari dittatoriale o monopolistico, ma anche un.
-------------------------------- ..........................................nuovo sentire." ----------------------------nnnnnnnnnnnNuove sostanze, Manifesto per un'architettura dell'informazione, A.Saggio
......................................... .
Corpo immateriale, spazio di terza natura ambigua. Nè vuoto,
nè pieno, nè interno, nè esterno. Questo è
quanto costruisce o sottrae l'architettura. Nel cuore della rivoluzione
informatica, oggi, si può guardare dall'occhio del ciclone il vortice
del vecchio ordine essere spazzato via. Restano frammenti, in cerca d'identità.
Dall' equilibrio instabile di chi si trova nel vuoto ( in caduta libera
o inalchemica sospensione? ) questi frammenti ci parlano ancora di qualcosa
di conosciuto e già preannunciano qualcosa che sarà. La crisi
incastrata tra questi due momenti, è l'attimo d'incertezza.
da Qui http://cybereye.supereva.it/
l
vAndare poi in appunti e cercare una ottima ragione per boicottare supereva!!
Fabrizio Pistilli
03
Segue Qui http://members.xoom.virgilio.it/fabrizio972/approfondimenti.htm
Media Trasparenti?
Susan Berardo
2003
il concetto è quello di ritenere che il filtro della finestra comune è oggi superato dalla forza mediatica della comunicazione televisiva e di internet: io in tempo reale attraversando una "finestra mediatica" annullo le distanze spaziali e posso relazionarmi con fisicità distanti. Quindi in un certo senso il mio campo visivo è potenziato all'infinito e supera le capacità visive che il mio occhio avrebbe solo affacciandomi da un normale finestra, inoltre attraverso un medium televisivo vedo senza essere visto, ho una trasparenza univoca mentre guardando fuori di un vetro stabilisco una relazione biunivoca tra chi guarda e chi è guardato.....insomma i mezzi moderni superano la trasparenza per ampliarla all'ennesima potenza!
"Adoperando una formula sintetica diremmo che dall'idea di spazio organo
si stà passando a una concezione di spazio sistema"
Gli edifici non vengono più concepiti come delle
perfette macchine funzionanti,
ma come un insieme interagente di volumi, spazi, percorsi,
interrelazioni che
creano nuova permeabilità, aprendo in questo modo
nuove occasioni di utilizzo,
con la consapevole tendenza a modellare una scena sempre
più dinamica,
frammentaria ma non più statica, sinonimo di una
ricerca di sviluppo di nuove
socialità.
Non esiste più una separazione di metodo tra la
conformazione dello spazio
interno ed esterno, non esistono più spazi di
distribuzione che, per quanto
complessi ed efficienti che siano, rimangono comunque
meccanici, ma si
conformano ricchi interni che diventano dei luoghi di
incontro e scambio sociale,
vi è un sentire unico tra interno ed esterno.Questo
sentire unico che ha dato vita
ad alcuni dei più importanti progetti,tra cui
possiamo ricordare l'Aronoff Center di
P. Eisenman,la Scuola di Architettura di Rennes di Patrick
Berger,la Scuola di
Ingegneria a Albi-Carmaux
di Architecture Studio.
Diventa importante quindi anche la concezione di spazio
come rete continua tra
interno ed esterno,come non ricordare la Palazzina del
Girasole di Moretti dove
nell'atrio ci imbattiamo in una natura dalla quale non
si può scappare, dove vi è
una compenetrazione tra i due mondi.
Spazio come motore di ricerca,nel senso di partire dal
concepire spazi come
fossero dei nuclei allo stato primordiale, nuclei che
una volta sviluppati mi
andranno a conformare il costruito.
In questa occasione anche un test/sondaggio sull'uso del termine Funzionale e alcuni approfondimenti originali sulla visione orizzontaleVai al Link
Il cinema: la "finestra a nastro".
Forse non è un caso che il cinema muova i suoi primi passi "
...nel periodo di più intensa frammentazione e meccanizzazione dell'età
industriale..." (McLuhan); e forse non è un caso che proprio negli
anni successivi la Prima Guerra, quelli in cui il cinema trova definitivamente
una propria estetica liberandosi della dimensione artigianale e diventando
la "decima musa", maturi il nuovo linguaggio architettonico di cui il Bauhaus
è il manifesto. La similitudine con la finestra a nastro è
forse un po' forzata, ma mi sembra veicoli efficacemente la relazione tra
meccanizzazione, segmentazione, dilatazione del quadro visivo e dinamismo.
http://members.xoom.virgilio.it/mnesicle/Documenti/diariodibordo/sestalezione.htm