Graduation Thesis/Tesi di Laurea
Antonino Saggio I Quaderni
Sapienza, Università di Roma, Facoltà
di Architettura
MuST Il Museo della Storia del Tram
Il comportamento emergente nello spazio dell’architettura e della natura
Ledian Bregasi
AA 09-10 discussa Luglio 2010 Relatore
A. Saggio
Automi cellulari e flock behavior generano un pattern per la continuità del parco in superficie e per generare un'intrigante spazialità sotteranea di un nuovo Museo del Tram aRoma. Lungo la ferrovia abbandonata del Parco di Centocelle riutilizzata come tratto della UGL™
Studiando la situazione dell’habitat residuale nella zona sud-ovest di Roma, si nota che il parco della Caffarella può essere interpretato come un’area sorgente di specie animali e vegetali. Si distinguono inoltre due frammenti più piccoli che essendo circondati da una matrice antropizzata possono essere definiti come isole ecologiche. Il percorso della UGL™ da questo puntodi vista può essere inteso anche come un "corridoio ecologico" che connette l’area sorgente alle isole.
Come localizzazione per il museo della Storia del Tram a Roma (attualmmente in embrione a Porta San Paolo Stazione Ostiense) si sceglie un tratto simbolico del percorso della linea tramviaria. Una trincea scavata per il passaggio delle rotaie e poi abbandonata e che il progetto propone di riutilizzare sia come tratto della UGL™ in trincea sia appunto come sede del Museo del Tram a Roma. Riutilizzata a questo scopo, la zona della ferrovia abbandonata può diventare una metafora educativa del riuso delle aree grigie nella città. La trincea, invece di una barriera, si trasforma così in una risorsa e in un momento di rivitalizazione e connessione per l'area urbana.
Per ricucire la trincea si usa un pattern che si serve di uno script che utilizza tecniche di flock behavior (stormo) e di automa cellulare. La configurazione finale del pattern è controllata parametricamente da attractor che diventano nel progetto veri e propri punti fisici di organizzazione del parco.
Lo spazio interno del Museo del Tram viene configurato con il principio del comportamento emergente dei sistemi complessi. Delle cellule che rappresentano funzioni diverse si collocano nello spazio generando una configurazione generata attraverso un algoritmo e imprevedibile nello stato iniziale. Questo sciame di cellule, seguendo solo quattro semplici regole, riesce a distribuirsi in una maniera che sarebbe impossibile da calcolare dalla singola cellula. La densità e il peso delle cellule deformano poi un piano orizzontale che una volta sezionato ogni cinque metri in ogni direzione, crea lo spazio interno del museo che, ricordando naturalmente processi orografici e naturali, a nostro avviso fornisce una interessante ambientazione per la funzione prevalente e allo stesso tempo garantisce la continuità del parco in superficie.
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