Univ. La Sapienza Roma 2005

Tra l'edificando porto di Fiumicino e l'aeroporto Leonardo Da Vinci, viene ideato un pezzo di città aperto 24 ore su 24 che si caratterizza sulla base di una innovativa funzione trainante: la pratica degli sport estremi. Il flusso dinamico degli sport non caratterizza solo in programma, ma la stessa nascita del progetto creato attraverso una sorta di dinamica rete-diagramma. Nei punti chiave dell’ambiente circostante si innestano le reti di linee forza che, attraverso un processo di adattamento e negoziazione con orografia, programma, flussi e percorsi, determina gradualmente le direttrici degli andamenti planimetrici.
Il progetto attrae così i flussi circostanti innestandoli nell'area di progetto e conformandola dinamicamente anche in base alla caratterizzazione funzionale di ciascuno. La zona che collega Sportscape al mare è "il paesaggio dell'acqua" ed è  connesso specificatamente alla pratica del surf. Il collegamento con  l'area protetta a est è caratterizzato dal "paesaggio del verde", ed è connesso specificatamente al  free-climbing. Più a Sud, verso il centro abitato, è collocato il "polo della città", a cui è collegata la pratica dello skateboard e di altri sport urbani (rollerblade, bmx). 
Il complesso si articola attraverso una spina commerciale e culturale sulla quale si innestano e si intrecciano le tre aree sportive dell'acqua, del verde e della città in una continua ibridazione tra elementi artificiali e naturali. Il volume si trasforma in paesaggio, la copertura si attrezza come pista, le feritoie tra gli edifici inventano nuove occasioni per svolgere attività sportive. Quattro progetti architettonici, ciascuno caratterizzato da una forte idea spaziale, caratterizzano altrettanto settori e situazioni della proposta.

Ciò che accomuna le discipline sportive non convenzionali è l'interazione tra l'uomo e il paesaggio. Questi sport, infatti, non hanno bisogno di un FIELD, un campo, ma si svolgono sfruttando le caratteristiche del paesaggio esistente, sia esso antropico o naturale. Essere spinti da un'onda, o  semplicemente dalla gravità, vivere la città nei suoi luoghi di passaggio comunemente trascurati, sono infatti modi diversi di vivere il paesaggio, di fruire spazi e superfici.

La cittadina di Fiumicino è da secoli  coinvolta da flussi di persone e di merci in virtù della presenza di grandi infrastrutture: il porto, il canale navigabile, l'aeroporto. Questa zona è  stata da sempre legata alla ricezione e al passaggio di uomini e merci (si pensi ai Porti di Claudio e Traiano, ancor prima allo scalo in epoca etrusca), a maggior ragione ora che è in fase avanzata, un nuovo porto commerciale proprio nell'area attigua all'area qui proposta.

Il

Il progetto Sportscape si propone di attrarre i flussi circostanti innestandoli nell'area di progetto e conformandola dinamicamente anche in base alla
caratterizzazione funzionale di cascuno. La zona che collega sportscape al mare è "il paesaggio dell'acqua", ed è  connesso specificatamente alla pratica del surf. Il collegamento tra  l'area protetta  a  est e Sportscape è caratterizzato dal "paesaggio del verde", ed è connesso specificatamente al  free-climbing. Più a Sud, verso il centro urbano, è collocato il "polo della città", a cui è collegata la pratica dello skateboard e di altri sport urbani (rollerblade, bmx, etc.).

La griglia formale diventa tridimensionale quando incontra le funzioni che si innestano nell'intervento seguendo i criteri di Mixité e di integrazione con la città, generando quindi un paesaggio complesso, vitale e attivo 24 ore su 24.

I flussi attratti dai poli generano con le loro traiettorie un diagramma flessibile per la progettazione di un nuovo paesaggio ibrido e artificiale, Sportscape, appunto.
 

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