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Documentazione - 5 READ 1 Vista del Paese. A destra il Scily lab
Progettisti in cerca d'autore
Ma a Gioiosa, e questo è il bello, quando qualcuno mi viene a trovare per esempio dalla vicina Patti, per non parlare della Barcellona poco più in là, si meravigliano di quanto sia bella, di quanto sia ordinata, Gioiosa. A dimostrazione che in uno spaccato statistico, questo paese è comunque molto superiore alla media. Il qualcosa che salva questo paese e ne dà la qualità è il fatto che permane per frammenti, per parti, mangiato ed eroso quanto si vuole un Disegno urbano. E il Disegno urbano, naturalmente, è costituzione di una rete di relazioni che hanno come scopo un valore profondamente alto e profondamente ambizioso di utilità e di economicità. Non quello dell'immediato ma quello che guarda a se stessi in una prospettiva storica, che vede se stessi e le proprie azioni non oggi ma domani, dopodomani tramandate in un futuro possibile. L'autore di questo disegno, quello che un progettista deve cercare quale autore non è se stesso e il proprio ego ma una intera collettività. Ho in questi anni trattato in diverse occasioni dell'architettura italiana. Parlando del tema dell'imprinting come della ricerca difficile ma necessaria di alcune ragioni profonde della storia dei nostri luoghi e del fare architettura oggi, della necessità di ripensare al grande tema del tessuto in un nuovo rapporto con il paesaggio, della scena urbana come un gioco concomitante, frammentario e dinamico di corpi che centrano l'attenzione sullo spazio "tra le cose", del senso del contesto, come rapporto tra cultura, società e luogo e infine anche di alcune tracce di un pensiero più avanzato legato all'informatica. Oggi che alcune di queste idee si stanno seppure faticosamente cominciando a realizzare, oggi che vediamo alcune di questi concetti rappresentati, credo che ci spetti come architetti, amministratori e costruttori lanciare una sfida non eludibile. Operare anche per disegni e idee urbane, andare oltre il singolo pezzo per orchestrare operazioni che abbiamo un senso più complesso e alto. Anche da questo punto di vista questa citazione rimane traccia per valutare i nostri lavori. "La fisionomia di un paese, di una nazione non è data da quelle opere di eccezione ma da quelle altre tantissime che la critica storica classifica come 'architettura minore', cioè arte non aulica, meno vincolata da intenti rappresentativi, maggiormente sottoposta alle limitazioni economiche ed alla modestia di chi non vuole né deve eccedere in vanità" (Giuseppe Pagano, "Architettura Nazionale", Casabella n. 85 Gennaio 1935)