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L'IPERTESTO

 

Multimedialità
 

Il concetto di multimedialità è spesso confuso con quello di ipertesto, ma mentre il primo si riferisce ai nuovi strumenti della comunicazione, il secondo riguarda la sfera più complessa della organizzazione dell'informazione.

Multimedialità si riferisce alla possibilità di utilizzare contemporaneamente, in uno stesso messaggio comunicativo, più media e più linguaggi. Infatti attraverso la codifica digitale si è oggi in grado di immagazzinare in un unico oggetto informativo, che chiameremo documento, pressoché tutti i media e i linguaggi comunicativi: testo, immagine, suono, parola, video.

I documenti multimediali sono oggetti informativi complessi e di grande impatto. Ma più che nella possibilità di integrare in un singolo oggetto diversi media, il nuovo orizzonte aperto dalla comunicazione su supporto digitale risiede nella possibilità di dare al messaggio una organizzazione diversa da quella a cui siamo abituati da ormai molti secoli.

È in questo senso che la multimedialità informatica si intreccia profondamente con gli ipertesti, e con l'interattività.

 

 

Ipertesto

 

Storia

Il termine ipertesto fu coniato nel 1965 da Theodor Holm Nelson, considerato visionario all'epoca, in un saggio pubblicato nel 1965. Nel 1962 Douglas Engelbart iniziò un progetto per lo sviluppo di un sistema in grado di aumentare la produttività degli operatori informatici, liberando il computer dalla schiavitù del calcolo numerico e dedicando le sue potenzialià anche all'elaborazione di testi.

Per la prima volta si poneva il problema dell'interazione e quindi del rapporto efficiente tra uomo e macchina con l'obiettivo di costruire un sistema in grado di assicurare lo scambio di documenti in formato elettronico attraverso la comunicazione tra basi di dati in modo assolutamente trasparente per l'utente, anni in cui, quindi, diversi studiosi si pongono il problema della nuova struttura da dare alla documentazione elettronica.

Nella utopica visione Nelson presenta un progetto, Xanadu con l'obbiettivo di costruire un sistema in grado di assicurare lo scambio di documenti elettronici e formare un universo informativo globale ed orizzontale - da lui definito docuverse (docuverso) - costituito da una sconfinata rete ipertestuale distribuita su una rete mondiale di computer. Il progetto Xanadu non è mai stato realizzato concretamente, malgrado i molti tentativi a cui Nelson ha dato vita.

Il primo ipertesto è stato L' Hypertext Editing System realizzato da Andries van Dam nel 1967 nei laboratori della Brown University, grazie ad un contratto di ricerca dell'IBM; il sistema fu presentato come sistema di tipografia in linea per clienti IBM, tra i quali testate importanti quali Time/Life, i quali, però, trovarono il sistema eccessivamente "futuribile". Anche all'interno della propria università, van Dam incontrò notevoli difficoltà nel permettere che si utilizzassero dei computer per trattare parole, piuttosto che numeri. L'IBM vendette poi il sistema allo Houston Manned Spacecraft Center, dove venne utilizzato per produrre documentazione relativa alle missioni Apollo. Poco dopo, nel 1968, venne realizzato Il File Retrieval and Editing System (FRESS), che superava alcuni limiti (indipendenza delle periferiche di I/O, uso di link bidirezionali, funzionalità di "undo/redo", ...).

In seguito furono realizzati diversi sistemi ipertestuali, anche commerciali, tra i quali ricordiamo ZOG/KMS, realizzato nel 1983 e strutturato su menù gestibili con un meccanismo di touch-screen, NoteCards, realizzato nel 1985 presso lo Xerox Parc che aveva un'interfaccia grafica a finestre in cui potevano scorrere testi e immagini e che potevano essere aperte tramite link; GUIDE, il primo ad avere un certo successo commerciale grazie probabilmente alla disponibilità di tre tipi differenti di bottoni per eseguire link. Il primo (replacement) permetteva la sostituzioni in linea di parti di testo con versioni espanse dello stesso, il secondo (note) permetteva l'apertura di finestre di pop-up, mentre il terzo (reference) permetteva il salto ad un altro nodo dell'ipertesto. Ma il primo vero sitema per creare documenti ipertestuali è stato Hypercard, creato nel 1984 da William Atkinson. Tra il 1987 e il 1992 Hypercard fu diffuso gratuitamente dalla Apple sui Macintosh, diventando di fatto l'ipertesto più diffuso prima dell'avvento del Web.

 

 

Ipertesto

 

Teoria

 

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L'ipertesto è un sistema di organizzazione delle informazioni (testuali, ma non solo) in una struttura non sequenziale, bensì reticolare.Tradizionalmente, l'organizzazione dell'informazione in un messaggio, e la corrispondente fruizione della stessa, èra essenzialmente basata su un modello lineare sequenziale, su cui si può sovrapporre al massimo una strutturazione gerarchica.

Basta pensare a un libro come una sequenza lineare di testo, eventualmente organizzato come una successione di capitoli, che a loro volta possono essere organizzati in sequenze di paragrafi, e così via.

Un ipertesto invece si basa su un'organizzazione reticolare dell'informazione, ed è costituito da un insieme di unità informative (i nodi) e da un insieme di collegamenti (detti nel gergo tecnico link) che da un nodo permettono di passare ad uno o più altri nodi. Se le informazioni che sono collegate tra loro non sono solo documenti testuali, ma in generale informazioni veicolate da media differenti (testi, immagini, suoni, video), l'ipertesto diventa multimediale, e viene definito ipermedia.

Il lettore (o forse è meglio dire l'iper-lettore), dunque, non è vincolato dalla sequenza lineare dei contenuti di un certo documento, ma può muoversi da una unità testuale ad un'altra (o ad un blocco di informazioni veicolato da un altro medium) costruendosi ogni volta un proprio percorso di lettura.

Interattività
 

L'altro aspetto che fa dell'ipertesto elettronico uno strumento comunicativo dalle enormi potenzialità è la interattività che esso consente al fruitore, non più relegato nella posizione di destinatario più o meno passivo del messaggio, ma capace di guidare e indirizzare consapevolmente il suo atto di lettura.

L'incontro tra ipertesto, multimedialità e interattività rappresenta dunque la nuova frontiera delle tecnologie comunicative. Il problema della comprensione teorica e del pieno sfruttamento delle enormi potenzialità di tali strumenti, specialmente in campo didattico, pedagogico e divulgativo (così come in quello dell'intrattenimento e del gioco), è naturalmente ancora in gran parte aperto: si tratta di un settore nel quale vi sono state negli ultimi anni - ed è legittimo aspettarsi negli anni a venire - innovazioni di notevole portata.

 

 

World Wide Web
 

Storia

 

www.gif (3174 byte) Inizia nel maggio del 1990, quando Tim Berners Lee, un ricercatore del CERN di Ginevra - il noto centro ricerche di fisica delle particelle - presenta ai dirigenti dei laboratori una relazione intitolata "Information Management: a Proposal".

La proposta di Berners Lee ha l'obiettivo di sviluppare un sistema di pubblicazione e reperimento dell'informazione distribuito su rete geografica che tenga in contatto la comunità internazionale dei fisici. Nell'ottobre di quello stesso anno iniziano le prime sperimentazioni.

Per alcuni anni, comunque, World Wide Web resta uno strumento alquanto esoterico. L'impulso decisivo al suo sviluppo, infatti, viene solo agli inizi del 1993, dal National Center for Supercomputing Applications (NCSA) dell'Università dell'Illinois: basandosi sul lavoro del CERN, Marc Andressen (che pochi anni dopo fonderà con Jim Clark la Netscape Communication) ed Eric Bina sviluppano una interfaccia grafica multipiattaforma per l'accesso ai documenti presenti su World Wide Web, il famoso Mosaic, e la distribuiscono gratuitamente a tutta la comunità di utenti della rete. World Wide Web, nella forma in cui oggi lo conosciamo, è il prodotto di questa virtuosa collaborazione a distanza. Con l'introduzione di Mosaic, in breve tempo il Web si impone come il servizio più usato dagli utenti della rete, e inizia ad attrarne di nuovi.

Il successo di World Wide Web ha naturalmente suscitato l'interesse di una enorme quantità di nuovi autori ed editori telematici, interesse che ha determinato dei ritmi di crescita più che esponenziali. Nel 1993 esistevano solo duecento server Web: oggi ce ne sono milioni.

 

 

World Wide Web

 

Teoria

 

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Il World Wide Web è un sistema ipermediale con la particolarità che i diversi nodi della rete ipertestuale sono distribuiti sui vari host che costituiscono Internet. Attivando un singolo link si può dunque passare a un documento che si trova su un qualsiasi computer della rete. In questo senso utilizzare uno strumento come Web permette di effettuare una vera e propria navigazione nel ciberspazio, una navigazione che riconsegna il timone nelle mani del (iper)lettore.

Le caratteristiche che hanno fatto di World Wide Web una vera e propria rivoluzione nel mondo della telematica possono essere riassunte nei seguenti punti:

  • la sua diffusione planetaria
  • la facilità di utilizzazione delle interfacce
  • la sua organizzazione ipertestuale
  • la possibilità di trasmettere/ricevere informazioni multimediali
  • le semplicità di gestione per i fornitori di informazione.

Dal punto di vista dell'utente finale Web si presenta come un illimitato universo di documenti multimediali integrati ed interconnessi tramite una rete di collegamenti dinamici. Uno spazio informativo in cui è possibile muoversi facilmente alla ricerca di informazioni, testi, immagini, dati, curiosità, prodotti,inoltre un client Web è in grado di accedere in maniera del tutto automatica a tutte le risorse e i servizi presenti su Internet: gopher, FTP, collegamenti telnet, newsgroup... è insomma il più potente e amichevole strumento di navigazione nel ciberspazio.

 

World Wide Web
 

Servizi

 

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Su World Wide Web è possibile trovare le pagine di centri di ricerca universitari che informano sulle proprie attività e mettono a disposizione in tempo reale pubblicazioni scientifiche con tanto di immagini, grafici, registrazioni; quelle dei grandi enti che gestiscono Internet, con le ultime notizie su protocolli e specifiche di comunicazione, nonché le ultime versioni dei software per l'accesso alla rete o per la gestione di servizi; ma è possibile trovare anche riviste letterarie, gallerie d'arte telematiche, musei virtuali con immagini digitalizzate dei quadri, biblioteche che mettono a disposizione rari manoscritti altrimenti inaccessibili; ed ancora informazioni sull'andamento della situazione meteorologica, con immagini in tempo reale provenienti dai satelliti, fototeche, notizie di borsa aggiornate in tempo reale e integrate da grafici...

Ultimamente anche le grandi e piccole imprese hanno considerato importante essere presenti nella rete, per molti analisti economici Internet è la nuova frontiera del mercato globale. Prima sono arrivate le grandi ditte produttrici di hardware e software, dotate ormai tutte di un proprio sito Web attraverso il quale fornire informazioni ed assistenza sui propri prodotti, annunciare novità, e (cosa assai utile dal punto di vista degli utenti) rendere disponibili aggiornamenti del software. Poi sono arrivate anche pizzerie e negozi di dischi, agenti immobiliari ed artigiani della ceramica, librerie e cataloghi di alimentazione naturale... Attualmente il mercato globale si sta definendo con la regolamentazione del commercio elettronico, e lo sviluppo dell'Home Banking e altri servizi finanziari.

 

 

World Wide Web
 

Principi

Il funzionamento di World Wide Web non differisce molto da quello delle altre applicazioni Internet. Anche in questo caso il sistema si basa su una interazione tra un client ed un server. Il protocollo di comunicazione che i due moduli utilizzano per interagire si chiama HyperText Transfer Protocol (HTTP). L'unica - ma importante - differenza specifica è la presenza di un formato speciale in cui debbono essere memorizzati i documenti inseriti su Web, denominato HyperText Markup Language (HTML).

I client Web sono gli strumenti di interfaccia tra l'utente ed il sistema; le funzioni principali che svolgono sono:

  • ricevere i comandi dell'utente
  • richiedere ai server i documenti
  • interpretare il formato e presentarlo all'utente.

Nel gergo telematico questi programmi vengono chiamati anche browser, dall'inglese to browse, scorrere, poiché essi permettono appunto di scorrere i documenti.

Nel momento in cui l'utente attiva un collegamento - agendo su un link o specificando esplicitamente l'indirizzo di un documento - il client invia una richiesta ('request') ad un determinato server con l'indicazione del file che deve ricevere.

Il server Web, o più precisamente server HTTP, per contro si occupa della gestione, del reperimento e del recapito dei singoli documenti richiesti dai client. Naturalmente esso è in grado di servire più richieste contemporaneamente. Ma un server può svolgere anche altre funzioni. Una tipica mansione dei server HTTP è l'interazione con altri programmi, interazione che permette di produrre documenti in modo dinamico. Vediamo di capire meglio di cosa si tratta.

Un documento Web è ovviamente un file, che una volta preparato e messo in linea rimane a disposizione degli utenti 'così com'è', fino a quando il gestore di sistema non decide di modificarlo o di rimuoverlo. Ci sono però dei casi in cui sarebbe necessario poter cambiare il contenuto di un documento in maniera dinamica, a scadenze prefissate o come risultato di una determinata operazione: ad esempio ogni volta che si verifica un accesso, o aggiornando automaticamente i dati contenuti in una tabella dopo che un programma di calcolo ha ricalcolato le corrispettive funzioni; o quando si devono inviare, inseriti in un opportuno contesto, i risultati di una ricerca su un database.

Il server Web è in grado di effettuare queste operazioni attraverso la cosiddetta Common Gateway Interface (CGI), ovvero una serie di comandi standard grazie ai quali può comunicare con altre applicazioni e programmi (ad esempio fare una ricerca automatica su un database) e produrre istantaneamente dei documenti Web adeguati alla operazione compiuta (ad esempio, contenenti i risultati della ricerca). Naturalmente questo avviene in modo del tutto trasparente all'utente finale.

Un'altra tipica funzione svolta dal server è la gestione di transazioni economiche, quali la registrazione di un acquisto fatto con carta di credito.

 

 

HyperText Markup Language
 

Storia

 

menu.jpg (4944 byte) HTML è nato e si è sviluppato insieme a World Wide Web. Nella prima versione, il linguaggio non prevedeva la possibilità di rappresentare fenomeni testuali ed editoriali complessi. Di conseguenza le sue specifiche hanno subito diverse revisioni ed estensioni, che hanno dato origine a diverse versioni ufficiali, nonché ad una serie di estensioni introdotte dai vari produttori di Web browser commerciali.

Le revisioni ufficiali vengono gestite attualmente da una organizzazione in cui confluiscono rappresentanti di oltre quaranta tra enti di ricerca e imprese interessate allo sviluppo di sistemi informativi su Internet, il W3C (World Wide Web Consortium), fondato da Tim Berners Lee. Questi raffinamenti successivi, accogliendo le sollecitazioni provenienti da una comunità di utenti sempre più vasta e variegata, hanno progressivamente introdotto elementi dedicati al controllo formale del testo.

Tuttavia, mentre le commissioni ufficiali lavoravano lentamente alla revisione dello standard, l'esplosione del fenomeno Internet, e la diffusa richiesta di strumenti capaci di rendere spettacolari (più che 'documentalmente' ben strutturate) le pagine Web, hanno indotto le industrie produttrici di browser, ad introdurre una serie di estensioni individuali al linguaggio. La speranza (nel caso di Netscape, coronata da un certo successo nei primi anni) era anche quella di conquistare una posizione di monopolio di fatto nel mercato, dato che le estensioni introdotte da una determinata industria erano, almeno in prima istanza, riconosciute e interpretate correttamente solo dal relativo browser.

La più recente versione ufficiale del linguaggio rilasciata dal W3C, denominata HTML 4.0, ha riportato un certo ordine, accogliendo molte delle innovazioni più interessanti. Nondimeno, l'evoluzione dei sistemi di codifica dei documenti su Web è uno dei temi più stimolanti nel dibattito sul futuro della rete: ce ne occuperemo nel paragrafo dedicato alle nuove frontiere di Internet.

 

 

HyperText Markup Language

 

Teoria

 

monitor.jpg (4608 byte) HyperText Markup Language (HTML) è il formato in cui sono memorizzati i documenti ipermediali del Web. Si tratta di un linguaggio di marcatura (markup language), appositamente orientato alla descrizione di documenti testuali. HTML si basa sulla sintassi dello Standard Generalized Markup Language (SGML), un metalinguaggio per la definizione di sistemi di markup.

I linguaggi di marcatura sono costituiti da un insieme di istruzioni, dette tag (marcatori), che servono a descrivere la struttura, la composizione e l'impaginazione del documento. I marcatori sono costituiti da un insieme di istruzioni, dette tag sotto forma di normali caratteri ASCII, e vengono introdotti, secondo una determinata sintassi, all'interno del documento, accanto alla porzione di testo cui si riferiscono.

Un documento HTML è dunque un file in formato testo che include, insieme al contenuto testuale vero e proprio, i marcatori che ne descrivono la struttura. Ad esempio è possibile indicare i diversi livelli dei titoli di un documento, lo stile dei caratteri (corsivo, grassetto...), i capoversi, la presenza di liste (numerate o no).

Volendo realizzare un documento ipermediale, avremo a disposizione anche marcatori specifici per la definizione dei link ipertestuali e per l'inserimento di immagini. Naturalmente le immagini non sono parte integrante del file HTML, che in quanto tale è un semplice file di testo. I file grafici vengono inviati come oggetti autonomi dal server, ed inseriti in una pagina Web solo durante l'operazione di visualizzazione effettuata dal browser. I formati di immagini digitali standard su Web sono il GIF ed il JPEG. Si tratta di sistemi di codifica grafica in grado di comprimere notevolmente la dimensione del file, e pertanto particolarmente adatti ad un uso su rete.

Attraverso i comandi HTML è possibile anche specificare alcune strutture interattive come moduli di immissione attraverso cui l'utente può inviare comandi e informazioni al server ed attivare speciali procedure (ricerche su database, invio di posta elettronica ed anche pagamenti attraverso carta di credito!); oppure disegnare tabelle

 

 

Gerard Schmitt, Information Architecture, Testo&Immagine, Roma 1998

Luigi Prestinenza Puglisi, Hyperarchitettura, Testo&Immagine, Roma 1998

Articoli tratti dalle riviste Internet News e Internet.net

 

 

 

Autori:   Marica Campagna   Adriano Lamacchia