Antonino Saggio'sPrefaces and Introductions to the books of

It Revolution in Architecture Series
La Rivoluzione Informatica


 

This writing was published as Preface to the book:
Francesco De Luca, Marco Nardini, Behid the scenes, Avant-grade Techniques in Conteòporary Design, Birkhäuser, Basilea
2002 e Dietro le quinte, Tecniche di avanguardia nella progettazione contemporanea,Testo&Immagine, Torino 2003
 

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"Il Come"
Prefazione di Antonino Saggio


 

L'informatica si sta imponendo come il paradigma centrale per una nuova fase di tutta l'architettura. Questa collana,  pensata originariamente  solo in Italia nel 1996 è giunta con questo titolo  al diciottesimo volume in italiano ed è oggi tradotta anche in inglese, cinese e coreano.
Questa diffusione è naturalmente motivo di grande soddisfazione  per tutti noi: innanzitutto per gli autori, per l’editore italiano Testo&Immagine  che l’ha fatta nascere, per l’editore Birkhäuser cui si deve l'edizione in Inglese, per l'editore Cinese Prominence Publishing e infine per chi vi scrive.

Ma torniamo all’architettura e al suo così importante rapporto oggi con l’informatica. Negli anni Settanta del Novecento i pochissimi architetti che si occupavano di computer erano visti come un gruppo di strampalati e irriducibili utopisti, negli anni Ottanta erano guardati come degli specialisti che parlavano un linguaggio incomprensibile  ai più, ma negli anni Novanta - parallelamente alla diffusione dei calcolatori in tutti gli studi di progettazione - si cominciò a capire che proprio quegli architetti utopisti o specialisti stavano promuovendo linee di ricerca che sarebbero state feconde di sviluppi per tutti.
Accanto ai grandi padri fondatori del Caad in Architettura Chuck Eastman, Nicolas Negroponte e Bill Mitchell e a un gruppo di più giovani genitori, Chris Yessios, Gerhard Schmitt o John Gero si va affermando una generazione di architetti "Nati con il Computer".

L’ultima generazione a cavallo tra il vecchio e il nuovo è stata la mia, apertasi all'informatica quando eravamo trentenni in quella grande fucina di ricercatori di Computer Science che è stata la Carnegie-Mellon di Pittsburgh. In quei primi anni Ottanta, mentre i primi robot saltellavano nei viali del campus ci domandavamo come l'informatica avrebbe cambiato l'architettura. Oggi cominciamo ad avere le idee chiare e siamo soprattutto  di fronte a generazioni ancora più giovani, che hanno nel computer non un’arma in più ma semplicemente l’arma principale per pensare e costruire. Sì anche costruire, perché ormai sono nate le prime realizzazioni di edifici e di spazi concepiti attraverso la nuova sensibilità digitale. Si tratta di edifici non soltanto progettati e realizzati con il calcolatore ma pensati per essere segnali significativi per individuare le linee sulle quali si sta orientando, appunto,  una nuova fase informatica dell'architettura.

Questo libro si chiama non a caso "Dietro le quinte. Tecniche di avanguardia nella progettazione contemporanea". Scritto da due appassionati ricercatori italiani, Francesco De Luca e Marco Nardini ha lo scopo di svelare quasi passo per passo quali sono le modalità per avvicinare la progettazione architettonica utilizzando l'informatica per aprire nuovi campi di indagine.
Nascono in questo spirito le sezioni sulle Polisuperfici, sul Keyframing, sul Morphing sul Metaball, sui Sistemi particellari e altre ancora sui sistemi dinamici, aperti e interconnessi che sposano scienza contemporanea e informatica.

Per l'utilizzatore abituale di queste tecniche, la prima parte di questo libro è forse solo una utile sintesi, ma per una grande massa di architetti giovani e meno giovani  la spiegazione diffusa e dettagliata di queste tecniche di indagine costituirà, ne sono certo, un ausilio di grande utilità. Il libro nasce infatti anche per assolvere una domanda dal basso.  Studiando i libri della collana, molti lettori sono stati affascinati dai lavori dei nuovi architetti, ne hanno visto gli esiti e hanno allo stesso tempo analizzato il background teorico che ne motivava le ricerche. Ma mancava l'elemento intermedio: il "come". Ecco questo libro cerca di spiegare questo "come" scegliendo quelle aree in cui i paradigmi dell'informatica permettono di ideare progetti architettonici più aderenti alla complessità dell'oggi. Per cogliere il significato della seconda parte di "Dietro le quinte" dobbiamo tornare però al disegno complessiva della collana.
 

Informazione e Interattività

La dizione Rivoluzione Informatica in architettura è stata scelta per sottolineare un implicito parallelismo. Negli anni Venti del Novecento architetti come Walter Gropius o Le Corbusier o Mies van Der Rohe ebbero la capacità di riformulare "completamente" l’architettura sulla spinta del nuovo mondo meccanico e industriale. Fu una rivoluzione perché l'architettura modificò allora tutti i parametri del proprio operare assorbendo i processi seriali, razionali, standardizzabili e tipizzabili della produzione industriale. L'architettura fece propri questi processi sia interiorizzandoli come metodo di lavoro, sia assumendoli come parametri "oggettivi" per valutare o meno il raggiungimento di una nuova qualità.
Oggi siamo in un epoca diversa. Le parole chiave degli architetti sono cambiate: si pensa in termini  di "personalizzazione" e non più di "standardizzazione", non più attraverso processi "di divisone in cicli" o di "catena di montaggio", ma di "unità tra diversi", la città non è più concepita per zone monofunzionali (qui si lavora, qui si risiede, qui ci si svaga) ma in un insieme interagente di usi e funzioni, non si pensa più all’idea di "modello ripetibile" (la Ford Nera per tutti o l'Unité d'Habitation) ma in termini di Adattabilità e di Individualizzazione.

La rete, i sistemi informativi per l'ideazione  e la progettazione degli edifici, i materiali e i modi stessi della costruzione stanno cambiando l'essenza dell'architettura. Gli spazi tendono a essere sempre più multifunzionali e sono  ideati attraverso geometrie complesse, la costruzione è realizzata con una sorta di "artigianato informatico" con pezzi speciali creati attraverso frese guidate da modelli digitali,  ma soprattutto è l'informazione che sta diventando componente essenziale di una nuova architettura e di un nuovo ambiente urbano. In particolare gli architetti d'avanguardia stanno cercando di concepire una generazione di edifici e di spazi che abbiano "coscienza" del cambiamento  del quadro operativo e sociale che l'informatica conduce e che siano capaci di esprimere questa rivoluzione.

Si sta cercando di capire come creare un interfaccia tra computer e utenti (e non più come è stato per una decina d'anni  tra utenti e computer). Si sta cercando di capire come far interagire il computer con gli uomini e con l'ambiente  attraverso l'utilizzo di sensori di tutti i tipi: da quelli meccanici e quantitativi (che misurano aria, luce o temperatura) ad altri più complessi (capaci di interpretare espressioni o il tono della voce), ad altri ancora più sofisticati che riescono a formulare delle ipotesi su quello che "sentiamo emozionalmente". Questa frontiera  è anche per un gruppo sparuto, ma essenziale, di architetti una ricerca fondamentale per far mutare interattivamente  l'architettura al mutare delle situazioni e dei desideri.
E' proprio alla comprensione anche "tecnica" di questo mondo che è rivolta la seconda parte del libro. E ciò è fatto sia con l'analisi in dettaglio del mondo dei sensori e dei sistemi interattivi sia attraverso la delineazione della logica complessiva di un nuovo ambiente. Un ambiente a metà naturale a metà artificiale consentito e sviluppato dai nuovi media.
 
 
 

"How"
foreword by Antonino Saggio

During the 1970s, the few architects who worked with a computer were seen as a group of strange, determined Utopians. During the 1980s, they were looked upon as specialists who spoke a language incomprehensible to most. But during the 1990s ? parallel to the widespread expansion of computer use in design studios ? the understanding also grew that those Utopian or specialist architects were following lines of research that would become fertile ground for new developments for everyone.
Along with the great founding fathers of CAAD use in architecture (Chuck Eastman, Nicolas Negroponte, Bill Mitchell and the group of younger fathers, Chris Yessios, Gerhard Schmitt and John Gero), a new generation of architects "Born with the Computer" made itself known. Mine was the last generation to straddle the old and the new, to open ourselves up to computers when we were in our thirties in that great hotbed of Computer Science researchers that was Carnegie-Mellon in Pittsburgh. In those early years of the 1980s, while the first robots roamed the campus alleyways, we asked ourselves how computers would change architecture. Today, we begin to have clear ideas and are more importantly facing an even younger generation who sees the computer as not just an extra device but quite simply the main tool for both designing and building; yes, even building, because the first constructions have now been made of buildings and spaces conceived using this new digital sensibility. These buildings are not only "designed and built with the computer" but also aim at being significant signs for identifying the contemporary lines of orientation, the new information phase in architecture.

This book is called, not by chance, Behind the Scenes. Avant-garde techniques of Contemporary Design. Written by two enthusiastic young Italian researchers, Francesco De Luca and Marco Nardini, it aims at revealing almost step by step the methods for approaching architectural design using Information Technologies to open new fields of investigation. Born out of this spirit are sections on Polysurfaces, Keyframing, Morphing, Metaballs, Particle Systems and still others on interconnected, open and dynamic systems that bring together contemporary science and computers. For regular users of these techniques, the first part of this book may be only a useful synthesis, but for the great masses of young, and not so young, architects, I am certain the broad ranging and detailed explanation of these techniques of investigation will constitute a very useful aid. The book was in fact created to resolve a question from below. Studying the books in this series, many readers have been fascinated by the work of new architects, have seen the results and at the same time analyzed the theoretical background that  motivated the research. But an intermediate element was missing: the "how". And so this book attempts to explain "how" by choosing areas in which the paradigms of Information Technology help create architectural projects more in keeping with today’s complexities. To grasp the meaning of the second part of "Behind the Scene", we must however go back to the overall design of this book series.
 

Information and Interactivity

Though originally planned in 1996 to be only in Italian, with this issue the series has now reached its eighteenth volume in English and is presently also translated into Chinese. All of us are naturally very satisfied about this: not only the authors, but also the Italian publisher Testo & Immagine who originated the series, Birkhäuser Publishers for the English version, the Chinese publisher Prominence Publishing and finally this writer who, as you know, is the creator and curator of the series.
The definition "Information Technology Revolution" was chosen to underline an implicit parallelism. During the 1920s, architects such as Walter Gropius or Le Corbusier or Mies van der Rohe "completely" reformulated architecture under the influence of the new mechanical, industrial world. Their architecture was revolutionary because it modified all the operating parameters of the era, absorbing the serial, rational, uniform and standardizable processes of industrial production. Architecture performed these processes both by internalizing them as work methods as well as assuming them as "objective" parameters to evaluate whether or not new qualities had been achieved.

We are now in another era. The key words of architects have changed. They no longer think in terms of "standardization" but "personalization"; no longer via processes of "division into cycles" or "assembly lines" but of "unity among differences". The city is no longer conceived in monofunctional zones (work here, live here, play here) but as an interactive whole of uses and functions, no longer considering the idea of the "repeatable model" (the Black Ford or Unité d'Habitation) but rather the concepts of Adaptability and Individualization.

The network, the information systems for designing and planning buildings, construction materials and even methods themselves are changing the essence of architecture. Spaces tend toward being more and more multifunctional and are created using complex geometry. Construction is done through a sort of "computerized craftsmanship" with special pieces made using routers and lathes guided by digital models. But it is information above all that is becoming an essential component of the new architecture and new urban environment. In particular, forward-looking architects are attempting to create a generation of buildings and spaces that are "conscious" of the changes in the operational and social framework caused by information technology and capable of expressing this revolution. There is an attempt to understand how an interface can be created between computer and user (and no longer between user and computer as it was for decades). Attempts are being made to understand how to make the computer interact with us humans and the environment by using various types of sensors: mechanical and quantitative ones that measure air, light or temperature; more complex ones able to interpret facial expressions or a tone of voice; and others even more sophisticated that manage to formulate hypotheses about what we might emotionally "feel". For a small, but essential, group of architects, this frontier is also a fundamental attempt to make architecture change interactively with changing situations and desires. The second part of this book is aimed precisely at  understanding this world, including the "technical" viewpoint.
This is done both through a detailed analysis of the realm of sensors and interactive systems as well as by outlining the overall logic of a new environment; an environment that is half natural and half artificial, created and developed by new forms of media.
 
 


 

Antonino.Saggio@uniroma1.it
 

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