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Accanto Progetto urbano a Bella Vista di Louro e in basso Proposta di Fekih per Marracuene. Sotto il Progetto di Santos per Namaacha e quello di Tila a Moamba con gli schemi della costruzione in fasi.
parte che ogni strato fa "sistema" (il sistema del verde, quello degli spazi, quello delle costruzioni eccetera) dall'altro che ogni sistema entra in relazione con un altro rafforzandone alcune caratteristiche (per analogia o per "consapevole" contrasto). Inoltre, data l'evidente affinità informatica, il concetto di layer è stato trasposto nelle parallele esercitazioni di Cad.

Costruzione per fasi

Il modulo di Progetto urbano è terminato su questi concetti e con un ex tempore che cominciasse a studiare la costruzione in fasi del progetto che si andava individuando. Chiaro che ciascuna fase si contraddistingue dalla presenza simultanea di tre componenti a. Morfologica la presenza per ciascuna di una siea pur minima struttura spaziale, b. Funzionale rispondere alle esigenze e alle quantità delineate dal programma. c. Economica quantificare i costi, le quantità in gioco e le ripartizioni pubblico privato in ciascuna fase. Il lavoro per fasi rappresenta da una parte una evoluzione del'concetto di layer, dall'altra permette allo studente di iniziare a pensare alla parte da sviluppare nel progetto di architettura.

Configurazioni spaziali

I temi di ricerca sopra articolati hanno caratterizzato il primo semestre del Lal e hanno condotto alla creazione di Progetti urbani (sino alla Scala 1:1000 con relativi plastici) che hanno tentato di rispondere alla domanda "Come creare un progetto urbano credibile e articolato nelle città intermedie della regione di Maputo?". Il secondo semestre è stato incentrato sullo sviluppo del Progetto architettonico (con proposte dettagliate anche dal punto di vista tecnologico e strutturale) e i candidati hanno cercato di rispondere alla domanda "Come creare un progetto di architettura che rafforzi la strategia urbana individuata e che allo stesso tempo sia progettato con 


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Il Centro culturale di Moamba proposto da Sidat e l'Edificio amministrativo di Namaacha di Chongo.
attenzione spaziale e funzionale, costruito con intelligenza e con mezzi effettivamente appropriati, sia ambientalmente consapevole e intelligente e, possibilmente, ispirato?". La prima decisione è stata di isolare in ciascun progetto urbano una "configurazione spaziale". Non quindi un edificio singolo, ma sempre un insieme di fabbricati da approfondire nel progetto architettonico e che determinassero nel loro ruolo congiunto una situazione spaziale significativa dove interno ed esterno, spazi pubblici e collettivi, vie, strade, piazze, slarghi giocassero un ruolo concentrato.

Programmi differenziati

Inoltre è stato concordato (per evitare ripetizioni tematiche) che gli studenti operanti nella medesima città si differenziassero approfondendo ciascuno un programma differente. L'intero Laboratorio presenta così proposte architettoniche che spaziano dalla Scuola di arti e mestieri, alla Scuola secondaria, dal Centro Amministrativo al Centro culturale, da un Complesso residenziale in evoluzione nel tempo e parzialmente autocostruito al Dormitorio per studenti, da Servizi privati commerciali e una Stazione di autobus nei pressi di una rampa di attraversamento stradale.

Spazi aperti e progettazione totale

Una strategia fondamentale è stata l'estensione del progetto su tutta l'area disponibile attraverso elementi di "costruzione" anche non tradizionalmente intesi (acqua, vegetazione, luce e ombra, pavimentazioni, strutture leggere e smontabili, arredi). Questa scelta, in alcuni casi portata sino al dettaglio, tende a rafforzare la continuità spaziale e funzionale tra interno ed esterno, rappresenta un ovvio beneficio economico (attraverso la minimizzazione della costruzione edilizia propriamente detta). In questa luce molti progetti hanno come fulcro uno spazio 


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Il Complesso commerciale nei pressi della rampa di attraversamento a Marracuene di Chiponde, schemi di Casa evolutiva di Tila per Moamba, Complesso scolastico a Manhiça di Dengo.
all'aperto che può funzionare in maniera diversa, tra l'altro come teatro. In questo caso la concezione guida è stata di creare "una articolazione del paesaggio" capace anche di rispondere ad alcune specifiche esigenze funzionali.

Sistema di progetto

In alcuni casi è stato possibile sviluppare un progetto attento anche alla flessibilità nell'uso degli spazi, alla programmazione dell'edificio in Fasi di costruzione, a una dinamica di crescita basata su regole di differente rigidità aperte all'intervento di altri attori nel processo decisionale.

Espressione architettonica e 


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costruzione 

Alla ricerca espressiva è stata dedicata attenzione attraverso: 1. Un processo di riflessione sulla forma architettonica per concetti astratti (profilo, volume, chiaroscuro, attacco al cielo e al suolo, ritmo, colore eccetera). 2. Ricerca su esempi dell'architettura del passato rivolta anche a culture non eurocentriche (messicana, africana, araba eccetera). 3. Aggiornamento su alcune ricerche architettoniche contemporane soprattutto quelle rivolte a tecnologie leggere (G. Murcutt), a materiali poveri assemblati liberamente (F. Gehry), a un minimalismo spazialmente dinamico (A. Siza), a configurazioni planimetricamente e volumetricamente dinamiche (J. Coenen e E. Miralles), al raggiungimento dell'esito spaziale e poetico con mezzi effettivamente disponibili in Mozambico (J. Forjaz). Coniugare questi elementi eterogenei alla specificità della conformazione spaziale, alle caratteristiche del sito, alla possibilità costruttiva e (parzialmente) economica delle diverse situazioni, alle condizioni Ambientali (clima, ventilazione ed esposizione) è stata aspetto centrale dello sviluppo del progetto.

Idee comuni, soluzioni individuali

Questa formula è stata, alla fine, condivisa all'interno del Laboratorio e costituisce, secondo il docente coordinatore, la forza dell'esperienza. I progetti tendono ad essere credibili, e quindi possibili anche a breve termine pur in una situazione difficile, ma anche culturalmente legati al dibattito e alle ricerche comuni alla cultura architettonica d'oggi. Le idee sono frutto di una riflessione comune, ma le soluzioni assolutamente idividuali. 

Nella città di Bela Vista, Louro e Pires hanno elaborato un Progetto urbano che modifica il grande Boulevard esistente attraverso la creazione di canali prospettici diagonali che si focalizzazano sugli edifici esistenti. 

Una nuova piazza viene creata a metà del suo sviluppo in connessione a una strada che collega una area periferica della cittadina. Attorno a questa piazza Louro (cfr. pp. 10, 2, 8, 28) dispone le parti maggiormente pubbliche della sua Scuola di arti e mestieri che gravitano su un teatro all'aperto. Il linguaggio è di derivazione organica con tetti spioventi  e rilassanti cavi d'ombra, le strutture di copertura del teatro e quella modulare del campo di gioco sono studiate al dettaglio. Pires (pp. 11, 3, 28) si concentra invece sull'attrezzattura scolastica propriamente detta organizzata attorno a una corte fluida e armoniosa. Lo spazio collettivo della scuola è attentamente relazionato al resto del 
Elevazioni sulla piazza proposte da Louro (in alto) e da Pires per la Scuola di arti e mestieri di Bellavista. In basso pianta del Complesso culturale e amministrativo proposto da Chongo a Namaacha.

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complesso attraverso la continuità anche visiva dei percorsi memori della Ferrara di Sanmicheli. Il linguaggio tende a un minimalismo volumetrico che incorpora come elementi di contrasto e di vitalità la vegetazione.

A Namaacha, Chongo, Ismail e Santos hanno assunto il tema della strada nazionale confinante l'area di progetto quale tema. Ne hanno proposto un nuovo disegno che tende a rallentare il traffico e a caratterizzare un fronte dell'area. Chongo (pp. 21, 26, 28) propone un entrata diagonale che collega un lato dell'area alla attrezzatura scolastica preesistente e sviluppa un Centro amministativo e culturale con due configurazioni spaziali a "C" intecomunicanti. Al progetto, risolto in masse modulari interrotte da elementi eccezionali, ha dedicato uno studio anche dal punto di vista ambientale. Ismail (pp. 20, 3, 29) investe l'area con un disegno a rombo che crea un nuovo centro connesso sia alla strada nazionale che alla Scuola preesistente. Progetta un edificio commerciale e residenziale dall'andamento mistilineo che privilegia contemporanemanete tutti i fronti su cui insiste. Tessiture e chiaroscuro degli alzati, unificati da una copertura inclinata e aggettante ma ritmata dagli elementi eccezionali posti negli snodi del fabbricato, caratterizzano l'immagine. Infine Santos (pp. 23, 25) propone uno schema che crea una grande infrastruttura di verde attrezzato che collega diagonalmente i due lati lunghi dell'area. Cosí dalla strada nazionale alla vista della valle si susseguiranno una serie di attrezzatture. All'interno di questo disegno crea un centro culturale contraddistinto dalla presenza di un teatro all'aperto a cerniera tra il sistema verde e quello costruito.

A Marracuene, Chiponde, Fekih e Naiene hanno assunto come dato strutturante il problema il tema dell'attraversamento della via nazionale su cui insiste un lato dell'area di intervento. In questo modo la popolazione residente 

Centro culturale e teatro di Naiene, prospetto dell'Edificio terziario di Chiponde e assonometria del progetto di Fekih, tutti a Marracuene. Sotto prospetto dell'Edificio commerciale e residenziale di Ismail a Namaacha.

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Centro di Commercio e cultura proposto da Mondlane a Moamba e prospetti del Centro culturale di Sidat nella stessa città.
negli agglomerati spontanei si recherà al centro della cittadina attraversando l'area di progetto. Inoltre una stazione di pulman è stata prevista lungo la strada e inserita nel progetto. Chiponde (pp. 16, 27, 29) progetta l'arrivo della rampa attraverso lo sfioccamento dei corpi edificati che, muovendosi sul terreno, configurano allo stesso tempo gli spazi pubblici al centro dell'area. Le funzioni sono residenziali culturali e commerciali, il linguaggio asciutto è definito in rapporti precisi tra vuoti e pieni. Fekih (pp. 15, 8, 29) disegna un progetto che si muove a diversi livelli e che porta dalla quota di arrivo del ponte pedonale alla quota inferiore della piazza attraverso due movimenti: l'uno naturale caratterizzato da un anfiteatro all'aperto, l'altro edificato con un centro culturale, atelier, una biblioteca e la stazione di pulman. Il linguaggio richiama nelle decise scelte volumetriche le configurazioni delle Casbah nord africane. Naiene (pp. 17, 3, 29) si concentra invece sull'angolo opposto dell'area e progetta il sistema di raccordo tra i flussi dei cittadini provenienti dalla zona spontanea e il resto della cittadina. Progetta un edificio strada ad andamento mistilineo caratterizzato da teatro, biblioteca e servizi commerciali. Gli spazi sono attentamente innestati sul nuovo percorso ai due lati del fabbricato e i volumi a volte continui e rilassanti altre volte più decisi e aguzzi calibrano la conformazione spaziale e volumetrica dello spazio.

A Moamba, Mondlane, Sidat e Tila assumono a base del progetto tre aree adiacenti nel centro della città e gli edifici esistenti nell'immediato intorno. Elaborano degli schemi planimetrici che tendono a legare il nuovo progetto con gli edifici esistenti attraverso nuovi canali visivi e funzionali che diventano ordinatori dei percorsi e delle funzioni. Mondlane (pp. 18, 30), in uno schema contraddistinto da geometrie ondulatorie direttamente ispirate a concetti 


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intersecanti che pur nella semplicità dei mezzi costruttivi contribuisce alla dinamica dell'insieme. Sidat (pp. 19, 26, 30) opera nei pressi di un edificio culturale preesistente legando a questo una serie dinamica di volumi edilizi che si articola snodandosi lungo una strada del suo progetto. Centro del nuovo complesso culturale è un teatro all'aperto che funge da cerniera tra i diversi corpi e delimita una piazza pubblica. Tila (pp. 20, 25, 27) basa il progetto su geometrie poligonali che creano nell'area nuove piazze e strade. Lungo una di queste progetta un intervento residenziale basato su dei concetti evolutivi (la casa può crescere nel tempo) e una costruzione suscettibile oltre ad accogliere le modifiche anche di essere parzialmente realizzata dagli abitanti stessi. 

A Manhiça, Dengo, Domingos e Malite estendono il progetto a una ampia porzione della cittadina e concentrano successivamente l'attenzione su un'area che va dalla piazza centrale di Manhiça all'area di insediamento spontanea che si sviluppa lungo il fiume. Dengo (pp. 12, 27, 32) si concentra su un progetto di Scuola secondaria superiore studiandone un fronte in raccordo alla piazza della cittáà e caratterizzando l'interno su uno spazio collettivo su cui insistono i lati corti dei blocchi aule. Coperture a voltao piane e precisi rapporti pieni-vuoti attorno agli spazi aperti caratterizzano la composizione studiata anche negli elementi di controllo ambientale. Il linguaggio richiama alcune soluzioni minimaliste di scuola portoghese e richiama nelle coperture voltate e leggere strutture presenti anche in Mozambico. Domingos (pp. 13, 31, 32) articola il suo progetto scolostatico su una doppia configurazione. La prima costeggia il nuovo asse pubblico di collegamento tra il centro città e l'area spontanea attraverso la disposizione di una serie di volumi distinti (amministrazione, biblioteca, aula magna) con uno 

naturalistici, progetta un insieme commerciale e ricreativo. Il centro è contraddistinto da un cavea all'aperto a cui si arriva da un lato da un sistema di piccoli padiglioni commerciali e dall'altro da una piazza a forma di C. Lo studio dei padiglioni commerciali è sviluppato attraverso due geometrie 
Complesso scolastco proposto da Domingos a Manhiça.

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Dettaglio del prospetto del Complesso scolastico proposto da Domingos, Dormitorio di Malite e vista della Scuola di Dengo, tutti a Manhiça.
svilupo lineare ma planimetricamente e volumetricamente frastagliato. La seconda configurazione ospita in una serie di braccia i blocchi aula che vengono avvolti dal verde e proiettati verso la vista del fiume. Il linguaggio espressivo e i dettagli si richiamano alle tessiture in legno dei maestri dell'organico europeo. Malite (pp. 14, 32) infine progetta il dormitorio degli studenti. La configurazione del progetto segue l'idea del piccolo villaggio e articola di conseguenza una sequenza di spazi collettivi, semi-collettivi, privati di nucleo attribuendo a ciascuno una specifica configurazione che si intreccia a quelle di scala maggiore e minore. Attenzione specifica, anche dal punto di vista costruttivo, è posta al blocco base della composizione formato da tre stanze per sei persone con servizi igienici e piccoli locali di studio che in vario modo montato planimetricamente conforma tutti gli spazi del progetto.

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Originariamente diffusa come dispensa e relazione finale in circa duecento copie a Maputo nel giugno 1996
Successivamente riedita, riscritta e pubblicata
in:AS, "Un Laboratorio di Laurea" in "Ricerca e Progetto"i Giovedi del Dpau",
n. 9/10 gennaio-dicembre 1997 pp. 7-16